GRAZIE MILLE, BREXIT!

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Hai salvato l’Italia

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Chi l’avrebbe mai detto: la Brexit, giustamente fumo negli occhi per gli europei residenti in Uk, ha permesso all’Unione Europea il varo di un grosso piano di aiuti a favore dell’Italia e degli altri Paesi Ue più devastati dalla pandemia.

Il piano è stato approvato lo scorso 20 luglio a Bruxelles al termine di un vertice-fiume (quattro giorni e quattro notti) malgrado le forti resistenze dei cosiddetti “Paesi Frugali” (in testa l’Olanda) contrari a generose elargizioni a fondo perduto e favorevoli ad una specie di commissariamento europeo dei Paesi (in primis l’Italia e poi Spagna, Portogallo e Grecia a seguire) più bisognosi di aiuto.

Alla fine i piccoli “Paesi Frugali” (oltre all’Olanda Austria, Danimarca, Finlandia, Svezia) hanno chinato il capo ac- contentandosi di sostanziosi sconti sui loro versamenti all’Europa nei prossimi anni ma i politologi esperti d’Europa non hanno dubbi: se il Regno Unito uscito ufficialmente dall’Ue il 31 gen- naio scorso fosse stato presente al supervertice di Bruxelles sarebbe stato molto più difficile se non addirittura impossibile raggiungere un accordo davvero “storico” perché’ per la prima volta nella loro storia i Paesi Ue ricorrono ad un debito comune – finanziato con una specie di eurobonds e di tasse per far fronte ai grossi guasti provocati dal coronavirus.

Non a caso in uno dei momenti di massima tensione al vertice Ue il presidente francese Emmanuel Macron si è rivolto al premier olandese Mark Rutte chiedendogli sarcasticamente se volesse assumere il tradizionale ruolo giocato dal Regno Unito a livello Eu (e cioè quello di perenne rompiscatole).

Fino a pochi mesi fa la cancelliera tedesca Angela Merkel si sarebbe ferocemente opposta al pari dell’Olanda ad una “mutualizzazione del debito” ma stavolta su pressione francese ha ceduto e lo ha fatto anche e soprattutto per tornaconto proprio rendendosi conto che senza un forte sostegno l’Italia molto legata alla Germania sul piano industriale sarebbe andata a gambe all’aria con contraccolpi terribili per tutto il Vecchio Continente.

Grazie allo “storico” accordo sul cosid- detto “recovery Fund”, raggiunto con la benefica assenza del Regno Unito, l’Italia riceverà nei prossimi anni la bellezza di 209 miliardi di euro (82 miliardi in sovvenzioni a fondo perduto e 127 in prestiti a tassi estremamente bassi). Per accedere a questo preziosissimo tesoretto il Belpaese deve adesso approntare un vasto piano di riforme e di progetti sulla base di due linee guida generali (digitalizzazione e sostenibilità).

Se tutto andrà per il verso giusto si potrà dire che il flagello della pande- mia si è trasformato in una cruciale occasione per modernizzare un’Italia troppo spesso fanalino di coda in Europa.