Italia sempre più multietnica

Italia sempre più multietnica

Rapporto Migrantes segnala luci e ombre

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Italia sempre più multietnica: al 1 gennaio 2020 gli stranieri residenti nella Penisola erano saliti a 5.306.548 e rappresentavano il 10,7% degli occupati totali nel nostro Paese con un contributo al Pil nazionale pari a 139 miliardi di euro. Anche la scuola è sempre più multietnica: al 1 gennaio 2020 la frequentavano 860mila bambini e ragazzi stranieri (per il 64,4% nati in Italia), il 10% del totale della popolazione studentesca.

Qusesta la fotografia scattata dal Rapporto Immigrazione della Caritas e della Fondazione Migrantes presentato l’8 ottobre scorso a Roma e intitolato “Conoscere per comprendere” .

Ad inizio 2020 gli stranieri con un lavoro regolare erano 2.505.000i, per l’87 lavoratori dipendenti, concentrati soprattutto in alcuni settori: servizi collettivi e personali (642 mila addetti), industria (466 mila), alberghi e ristoranti (263 mila), commercio (260 mila) e costruzioni (235 mila). In merito alle qualifiche prevalenti, nel 2019 si è registrato un elevato volume di rapporti attivati per braccianti agricoli (584.253 attivazioni), addetti all’assistenza personale (179.502), camerieri e professioni assimilate (158.645) e collaboratori domestici e professioni assimilate (111.562).

Quanto alle tipologie contrattuali, si attesta come preponderante il reclutamento con forme contrattuali temporanee. Esse interessano circa i due terzi delle nuove assunzioni destinate ai cittadini stranieri, fra cui, oltre ai contratti di lavoro a tempo determinato, anche i tirocini e i rapporti di lavoro in somministrazione o stagionali; la retribuzione media annua nel 2019 dei lavoratori extracomunitari è inferiore del 35% a quella del complesso dei lavoratori (14.287 euro rispetto a 21.927 euro); la differenza di genere nell’accesso al mondo del lavoro è marcata e fa registrare tassi di inattività e di disoccupazione nettamente superiori per quanto riguarda la componente femminile; nel confronto con i dati del 2018, aumenta anche il tasso di lavoratori stranieri autonomi (+2,7%), in netta controtendenza rispetto agli italiani.

Cresce il numero di titolari di imprese nati fuori dall’UE (383.462), pari al 12,2% del totale, concentrati soprattutto nel settore commerciale (43,1% del totale) e dell’edilizia (21,1%); nel corso del 2019 gli infortuni verificatesi ai lavoratori stranieri sono stati 108.173 (il 16,9% del totale) e in due casi su tre hanno riguardato cittadini extracomunitari, per i quali c’è stato un aumento del +5% rispetto al 2018. Le pensioni di invalidità, vecchiaia e superstiti (IVS) erogate dall’INPS a cittadini extracomunitari alla fine del 2019 sono state appena 65.926, pari allo 0,4% del totale delle pensioni INPS dello stesso tipo (16.840.762); le pensioni assistenziali erogate a cittadini extracomunitari sono state invece 100.898, pari all’2,5% del totale (4.030.438).

La presenza degli alunni stranieri si attesta come una componente sempre più fondamentale e consistente: nell’anno scolastico 2018-2019 la perdita di 100 mila studenti italiani (-1,3%) dovuta al calo della natalità è stata compensata da un aumento di studenti con cittadinanza straniera, per lo più di seconda generazione, di quasi 16 mila presenze rispetto all’anno precedente (+1,9%) raggiungendo un totale di circa 860 mila unità ossia il 10% del totale della popolazione scolastica.

Circa l’esito dei percorsi scolastici, nell’anno .2017/2018 gli studenti italiani in ritardo sono risultati il 9,6%, contro il 30,7% degli studenti con cittadinanza non italiana, che sono anche quelli a più alto rischio di abbandono, pari al 33,1%, a fronte di una media nazionale del 14,0%.

Guardando infine i dati sull’inserimento scolastico terziario emerge che si tratta prevalentemente di studenti già presenti sul territorio italiano. Aspetto, quest’ultimo, che mette in evidenza la scarsa attrattività del sistema universitario del nostro Paese.

L’impatto del Covid è stato molto negativo per scolari e studenti stranieri: dalla rete Scuole Migranti di Roma e del Lazio hanno ad esempio segnalato che, pur dotati di tablet – il Ministero ne ha fornito un numero notevole – i bambini stranieri non ricevono aiuto dai familiari per scarsa competenza informatica e difficoltà linguistiche.

Nel 2019 gli individui di nazionalità non italiana in povertà assoluta erano quasi 1 milione e 400 mila, con una incidenza pari al 26,9%.

Negli ultimi dieci anni, in Italia il numero di reati denunciati all’Autorità giudiziaria dalle Forze di polizia è diminuito del -9,8%: nel 2009 sono stati denunciati 2.629.831 delitti rispetto al 2018, quando erano stimati in 2.371.806. Una diminuzione che prosegue dal 2003 e che investe tutte le fattispecie criminose. Si consolida il dato che vede la criminalità concentrarsi nelle grandi aree urbane, in particolare nella provincia di Milano (9,6% del totale nazionale), di Roma (9,5%) e di Napoli (5,6%). Secondo i dati del Ministero della Giustizia, al 31 gennaio 2020, su una popolazione carceraria di 60.971 detenuti, risultano essere presenti 19.841 cittadini stranieri (erano 20.255 nel 2018).I cittadini stranieri, piuttosto, sono fra le principali vittime di reati collegati a discriminazioni.

Al 1° gennaio 2020 si stima che la maggioranza assoluta degli stranieri residenti in Italia sia di religione cristiana (54,1%), seguiti dai musulmani (cir- ca 1,6 milioni) e poi si segnalano circa 174 mila stranieri buddisti (3,2% degli immigrati residenti in Italia), 96 mila induisti (1,8%), 51 mila sikh (1,0%) e 44 mila afferenti ad altre religioni (0,8%). Gli atei e gli agnostici sono invece stimabili in circa 531 mila, pari a circa un decimo (9,9%) del totale degli stranieri residenti in Italia.

La Redazione