DOPO DRAGHI L’ANTI-DRAGHI GIORGIA?

DOPO DRAGHI L’ANTI-DRAGHI GIORGIA?

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Il Presidente Sergio Mattarella ha ricevuto il Sen. Stefano BERTACCO e On. Arch. Fabio RAMPELLI, rispettivamente Presidente del Gruppo Parlamentare “Fratelli d’Italia”.del Senato della Repubblica e della Camera dei Deputati,accompagnati dall’On. Giorgia MELONI, Capo della forza politica “Fratelli d’Italia” ..(foto di Francesco Ammendola - Ufficio per la Stampa e la Comunicazione della Presidenza della Repubblica)

LA DESTRA FAVORITA PER ELEZIONI IL 25 SETTEMBRE

   Sarà Giorgia Meloni a prendere il posto di Draghi? Dopo la caduta del “governo dei migliori”con a capo l’e-x-presidente della Banca centrale europea Mario Draghi gli italiani in patria e all’estero sono chiamati alle urne il prossimo 25 settembre per il rinnovo anticipato del parlamento e i pronostici sono tutti concordi: Giorgia Meloni, 45 anni, leader del partito “post-fascista“ Fratelli d’Italia, soprannominata “la ducetta“,  è in pole position per la carica di primo ministro. Negli ultimi due anni è cresciuta nei sondaggi in modo spettacolare proprio facendo un’incalzante opposizione ad un governo di “unità nazionale” che sostanzialmente vedeva solo lei e il suo partito fuori del perimetro della maggioranza.

    Nella Penisola nessuno teme il ritorno della dittatura fascista ma dal secondo dopoguerra ad oggi la repubblica italiana ha sempre fatto professione di antifascismo utilizzandolo da pietra fondatrice e quindi la novità è molto grossa e potenzialmente molto controversa. Tra l’altro Giorgia Meloni  – romana di borgata, iscritta a 15 anni al partito neofascista Movimento Sociale Italiano, paladina dei valori più tradizionali (Dio, Patria, Famiglia) –  ha grosse probabilità di insediarsi a Palazzo Chigi proprio nel centenario della famigerata marcia su Roma che a fine ottobre del 1922  portò alla formazione del primo governo con al comando il duce Benito Mussolini… Dice di aver consegnato alla storia il fascismo ma nel simbolo di partito ha conservato la fiamma tricolore del Movimento Sociale fondato nel 1946 da ex fascisti e membri della Repubblica Sociale Italiana.

    In concorrenza con il leader della Lega Matteo Salvini per i voti degli elettori sovranisti, euroscettici e anti-immigrazione, in sintonia con molti movimenti europei di estrema destra, Giorgia Meloni dovrebbe essere proiettata a capo del prossimo governo tricolore sulla base di due fattori: la sua coalizione (formata assieme a Forza Italia di Silvio Berlusconi, alla Lega e ad alcuni partitini centristi) è data per vincente da tutti i sondaggi e Fratelli d’Italia dovrebbe avere quindi diritto di esprimere il primo ministro grazie ad un consenso molto superiore a quello goduto dagli altri partiti della coalizione.

    Berlusconi e Salvini – compromessi da una trascorsa e nemmeno tanto trascorsa  vicinanza con la Russia di Vladimir Putin che in passato osannavano a tutto spiano – dovrebbero prendere assieme meno voti di Giorgia Meloni, che è decisa a diventare la prima donna chiamata alla guida di un governo italiano e fin dall’inizio della guerra si è schierata senza esitazioni dalla parte dell’Ucraina sposando posizioni ’’atlantiste“ (e cioè filo-americane e anti-russe).

    Benché sia sceso in campagna elettorale tuonando contro il “fascio-sovranismo“ della trimurti Meloni-Salvino-Berlusconi il partito democratico – baluardo del centro-sinistra – non sembra aver alcuna possibilità di vittoria dopo la traumatica rottura con  il suo potenziale alleato e cioè i grillini anti-sistema del Movimento Cinque Stelle (M5S). Proprio questi ultimi – capitanati dall’ex-premier Giuseppe Conte – hanno innescato a fine luglio la crisi del governo Draghi rifiutandosi di votare la fiducia su un provvedimento di sostegno all’economia. Il leader del PD Enrico Letta ha detto no ad un’alleanza con i grillini per l’improvviso, sgraditissimo ’’Draghicidio”e non è nemmeno riuscito ad aggregare a se’  Carlo Calenda, a capo del partito centrista Azione, che assieme all’ex-premier Matteo Renzi ha preferito dar vita ad un “terzo polo“ dall’incerto futuro.

   La crisi che ha portato alla caduta di Draghi è stata provocata in primis dal leader grillino Conte,  che  non ha mai digerito di essere stato defestrato nel febbraio del 2021 a favore di Draghi ma a sorpresa il governo dell’ex-presidente della Banca Centrale Europea – senz’altro l’italiano più conosciuto e apprezzato all’estero – è rovinosamente crollato come un castello di carte perché  Salvini e Berlusconi hanno colto la palla al balzo e anche loro si sono sfilati dalla maggioranza anticipando quindi al 25 settembre le elezioni legislative in calendario per la prossima primavera.

La Redazione