GENOVA OMAGGIA IL CONDOTTIERO CHE PORTÒ IL BASILICO IN CITTÀ

GENOVA OMAGGIA IL CONDOTTIERO CHE PORTÒ IL BASILICO IN CITTÀ

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Se a Genova sono stati in grado di inventare il pesto lo si deve prima di tutto ad un capitano di galea, Bartolomeo Decotto, che nel 1101, tornando dalla prima crociata in Terrasanta, portò nel capoluogo ligure i semi e la prima pianta di basilico dopo averne apprezzato gli effetti medicinali in Palestina.

  Con oltre nove secoli di ritardo Genova ha adesso reso omaggio all’uomo che per primo l’ha introdotta all’essenziale materia prima della celebre salsa verde. Lo ha fatto dedicandogli un piazzale.

    Alla cerimonia per l’inaugurazione del “Piazzale Bartolomeo Decotto”, nel quartiere di Prà, culla del pesto alla Genovese, erano presenti la mattina dello scorso 28 ottobre molte autorità locali e anche Maria Luisa Decotto, discendente del condottiero che non si limitò a portare la basilica a Genova ma tra un imbarco e l’altro ne iniziò la coltivazione come pianta officinale secondo le tecniche apprese in Palestina. 

  La leggenda narra che un giorno, lavorandone le foglie con il pestello nel mortaio da speziale ed aggiungendo olio d’oliva per farne un impiastro contro gli eczemi, ne rovesciò una parte sopra del pane. Incuriosito, ne avrebbe poi assaggiato un boccone: da allora il basilico fu utilizzato anche come alimento.

    Questa denominazione toponomastica rafforza ulteriormente il legame tra il quartiere del ponente, il basilico ed il suo più celebre prodotto gastronomico: il pesto. Prà è infatti unanimemente riconosciuta capitale del basilico per le sue particolari condizioni microclimatiche e l’eccellenza delle secolari tradizioni dei propri agricoltori, abili a produrre la migliore qualità dell’ingrediente fondamentale per la preparazione del pesto alla genovese.

  Gli esperti stanno ad ogni modo ancora dibattendo su come e quando fu inventato il pesto. La prima ricetta codificata risale all’Ottocento anche se le sue origini affondano nelle antiche salse pestate come l’agliata a base d’aglio e noci, diffusa in Liguria durante la repubblica marinara genovese[4], e il pistou francese.

  La prima ricetta scritta del pesto la si trova sulla Vera Cuciniera Genovese di Emanuele Rossi (1852)[5], dove si spiega come preparare il Pesto d’Aglio e Basilico. Con molta probabilità anticamente, almeno nella ricetta nata nelle case contadine, non era prevista la presenza del Parmigiano-Reggiano, poiché formaggio raro sulle mense popolari liguri, ma soltanto il pecorino; non il sardo, ma quello prodotto artigianalmente dai pastori dell’Appennino genovese. I palati contadini delle epoche passate erano abituati ad aromi e sapori molto più intensi e, a volte, rustici di quelli attuali. 

La Redazione