Al voto (Brexit permettendo)! si rinnova il parlamento europeo

Al voto (Brexit permettendo)! si rinnova il parlamento europeo

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Verso fine maggio si va alle urne per il rinnovo del parlamento europeo. E’ un appuntamento elettorale molto importante, con molta probabilità cruciale per il futuro assetto dell’Unione Europea, e gli italiani residenti in Uk e iscritti all’Aire si trovano innanzitutto davanti ad una scelta di fondo: votare per i candidati britannici o per quelli italiani?

Nel Regno Unito si preannuncia un aspro scontro tra fautori della Brexit ed europeisti, una specie di mascherata rivincita del referendum vinto a sorpresa nel giugno 2016 da chi vuole l’uscita dall’Ue. Per i Brexiters ci sono tre opzioni possibili, a seconda del livello di ostilità nutrito nei confronti dell’Ue.

Brexit dura e pura e niente paura del “no deal” e cioè di un’uscita senza accordo? Gettonate allora il partito della Brexit recentemente fondato da Nigel Farage, che rischia addirittura di essere il più votato secondo i sondaggi. Per la “Brexit medium” avete i conservatori di Theresa May (che rischiano un enorme calo di consensi per l’incapacità di portare a compimento l’uscita dall’Ue) e per quella “soft” (il Regno Unito legato all’Ue da un’unione doganale) i laburisti di Jeremy Corbyn.

Per gli europeisti che vorrebbero la permanenza del Regno Unito dentro l’Ue l’opzione più ovvia sono invece i liberaldemocratici o in subordine il nuovo partito centrista Change UK formato da transfughi conservatori e laburisti. Vedremo se il duro scontro sulla Brexit farà aumentare l’affluenza, che alle ultime elezioni europee nel 2014 fu appena del 35,6 per cento (contro il 57, 22 per cento della Penisola). In Italia – dove si eleggeranno 73 europarlamentari con il sistema proporzionale puro e con soglia nazionale di sbarramento al 4 per cento – si prefigura invece una dura battaglia tra forze populiste-sovraniste da una parte (Movimento Cinque Stelle, Lega e Fratelli d’Italia) e forze più o meno europeiste dall’altra (Partito Democratico, Forza Italia, Europa+, Europa verde, etc.).

Se optate per il “made in Italy” dovrete andare domenica 26 maggio in uno dei seggi organizzati dalla rete diplomatica italiana e vi sarà data una scheda con i candidati in lizza nella circoscrizione dove si trova il comune della vostra iscrizione all’Aire e cioè il comune della vostra ultima residenza in patria. Tracciate un segno sul simbolo della lista prescelta e tra i candidati di questa lista potete esprimere, volendo, fino a tre preferenze ma a patto che si tratti di candidati di sesso diverso. Altrimenti sarà valida soltanto la prima preferenza.

Le circoscrizioni sono cinque: Italia Nord-occidentale (Lombardia, Piemonte, Liguria, Valle d’Aosta), Italia Nord-orientale (Veneto, Emilia-Romagna, Friuli Venezia Giulia, Trentino-Alto Adige), Italia Centrale (Lazio, Toscana, Marche, Umbria), Italia Meridionale (Campania, Calabria, Basilicata, Abruzzo, Molise, Puglia), Italia Insulare (Sicilia, Sardegna).

Essendo permesse le candidature in più circoscrizioni Matteo Salvini (leader della Lega) e Giorgia Meloni (Fratelli d’Italia) si candidano come capilista ovunque malgrado non abbiano alcuna intenzione di diventare membri dell’europarlamento mentre Silvio Berlusconi (padre padrone di Forza Italia) in quattro circoscrizioni su cinque (quella in Italia Centrale è capitanata dall’attuale presidente del parlamento europeo Antonio Tajani). Il partito democratico, che sotto l’egida del neo-segretario Nicola Zingaretti cerca di diventare una sinistra plurale, più aperta a varie sensibilità, si presenta con cinque capilista ben rappresentativi del nuovo corso: l’exsindaco di Milano Giuliano Pisapia nel Nord-ovest, l’ex-ministro dell’Industria Carlo Calenda nel Nord-est, Simona Bonafé nel Centro, al Sud l’ex-procuratore nazionale antimafia Franco Roberti e nelle Isole l’ex-magistrata Caterina Chinnici (figlia di un giudice ucciso dalla mafia).

Il Movimento Cinque Stelle ha optato per cinque capilista donne, sconosciute ai più e senza alcuna precedente esperienza nella politica nazionale. Alle elezioni europee precedenti, quelle del maggio 2014 il partito democratico guidato da Matteo Renzi stravinse incamerando il 40,81 percento dei suffragi ma dovrebbe uscire con consensi dimezzati al prossimo appuntamento per il rinnovo dell’europarlamento. Chi dovrebbe fare invece faville, arrivando a più di 35 per cento e raddoppiando quindi i voti rispetto alle elezioni politiche del marzo 2018, dovrebbe essere la Lega grazie alla politica di drastico contenimento dell’immigrazione portata avanti da Salvini in veste di ministro degli Interni.

In Gran Bretagna è previsto per gli italiani interessati a votare candidati connazionali l’allestimento di 38 seggi e 73 sezioni. Le città dove saranno aperti i seggi sono Londra, Bedford, Birmingham, Bradford, Brighton, Bristol, Cardiff, Chelmsford, Enfield, Epsom, Exeter, Leeds, Liverpool, Luton, Manchester, Newcastle, Nottingham, Oxford, Peterborough, Preston, Slough, Snodland, Southampton, St. Albans, Stoke on Trent, Wellingborough, Woking e Worcester.

Qualunque sia la vostra scelta di fondo e le vostre intenzioni di voto avrete ad ogni modo la possibilità di recarvi alle urne soltanto se da qui al 23 maggio (la data elettorale in Uk) il parlamento britannico non ratifica un qualche accordo per l’uscita dall’Unione europea. In caso di (improbabile?) fumata bianca sulla Brexit – ad esempio in conseguenza di un’intesa dell’ultim’ora tra conservatori e laburisti o di un’approvazione dell’accordo di divorzio già bocciato tre volte dalla Camera dei Comuni – niente voto per nessuno sulle terre a nord della Manica. Anche l’Italia interromperà l’iter elettorale in Uk.