Elezioni Comites: il Cgie chiede il rinvio

Elezioni Comites: il Cgie chiede il rinvio

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SI IPOTIZZA SLITTAMENTO ALLA PRIMAVERA 2022

Vanno rinviate le elezioni per i Comites, in calendario per il prossimo 3 dicembre: la pandemia continua a imperversare in molte zone del pianeta e ci sono ancora troppi problemi organizzativi e istituzionali irrisolti. Lo slittamento è stato chiesto a gran voce dal Consiglio generale degli italiani all’estero e una buona parte della classe politica sembra d’accordo.

   I Comites, rappresentanza democratica degli “expats” italiani, dovevano essere rinnovati già nel corso del 2020 ma il coronavirus ha già provocato un rinvio. Annunciata pochi mesi fa dal ministero degli Esteri, la data del 3 dicembre 2021 – con tanto di sperimentazione del voto elettronico – ha sollevato da subito parecchie perplessità.

    La battaglia per uno slittamento delle elezioni al 2022 è condotta in prima linea dal segretario generale della Cgie Michele Schiavone, che ha argomentato il suo punto di vista nel corso di una riunione plenaria online con la partecipazione dei 18 parlamentari eletti all’estero, dei presidenti delle Commissione Esteri di Camera e Senato, Piero Fassino e Vito Rosario Petrocelli, dei rappresentanti dei partiti e dei presidenti di alcuni comitati nel mondo, del Direttore generale per gli italiani all’estero Luigi Vignali.
  Per Schiavone è urgente “fare chiarezza” sul processo organizzativo e sulle modalità di voto, alla luce delle incertezze prodotte dal covid che limita sia la mobilità che i servizi consolari in sedi in cui si lavora a distanza e con turni settimanali, modalità per altro protratta fino alla fine del 2021. Poco personale significa tanti “arretrati da recuperare”, non è quindi il caso di metterci anche il carico delle operazioni di voto.
  “C’è forte incertezza – ha sostenuto il segretario generale della Cgie quando ha giustificato la richiesta di rinvio – sulla preparazione dell’amministrazione che sarebbe circoscritta a 3 mesi dall’indizione del voto.C’è bisogno di più tempo per informare, ridurre i disagi per la raccolta delle firme a sostegno delle liste o la composizione dei comitati elettorali e, da ultimo, svolgere una sana campagna elettorale”. Senza contare “l’esiguità dei fondi” stanziati dalla legge di bilancio, cioè 9 milioni di euro – di cui 1 destinato alla sperimentazione del voto telematico – “insufficienti per permettere a tutti di partecipare al voto”.

    Obiettivo del Cgie, ha indicato Schiavone, è quello di “avvicinarsi alle elezioni con un approccio condiviso e una gestione trasparente”, possibilmente “in un momento in cui saremo più liberi di muoverci, per rafforzare gli organismi di rappresentanza e rilanciarli da qui ai prossimi anni”.
   D’accordo con il rinvio del voto i due presidenti delle Commissioni esteri di Camera e Senato. Per Fassino il rinvio è “ragionevole” perché “il covid non è sconfitto”.  Petrocelli, si è detto disponibile alla stesura di una risoluzione sulle elezioni dei Comites come proposto da Fassino. 

  Alla riunione online della Cgie si è imposto in modo chiaro – pur tra qualche distinguo – il sì al posticipo alla primavera 2022 ma non mancano i paladini del 3 dicembre 2021. Massimo Ungaro, deputato di Italia Viva eletto nella Circoscrizione Estero-Europa, si è detto ad esempio totalmente contrario ad un ulteriore slittamento elettorale.

  “Ogni rinvio – ha dichiarato il parlamentare – lede la già esile credibilità istituzionale di questo importante organo di rappresentanza democratica delle nostre comunità all’estero… Senza rinnovo nel tempo i Comites, i cui consiglieri ricordo sono tutti volontari non retribuiti, semplicemente si spengono. È vero che in molti paesi la pandemia è ancora in corso, ma ricordo che le elezioni dei Comites avvengono con il voto postale e non in presenza e che il Parlamento ha stanziato risorse per la sperimentazione del voto elettronico. Inoltre chi ci dice che la pandemia sarà sotto controllo in tutto il mondo entro la prossima primavera?”. 

La Redazione