ANICE VERDE

ANICE VERDE

QUANDO A LONDRA LA SI TASSAVA

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Marisa Canzoneri
Marisa Canzoneri

    Da orticultrice ho una simpatia particolare per le piante officinali perché, considerato il mio percorso di studi universitari che mi ha portato alla specializzazione in biologia delle piante, ho avuto l’occasione di approfondire le proprietà di queste piante -non sempre conosciute nei dettagli- che hanno varie applicazioni nelle realtà alimentare, cosmetica, terapeutica…  

Nome scientifico: Pimpinella anisumL., conosciuta come anice comune o anice verde

Famiglia: Apiaceae o Umbelliferae

   Pianta aromatica, erbacea, annuale, pelosetta o glabra, alta in media dai 30 ai 70 cm, con una radice sottile ma profonda (fittonante), da cui si diramano gli steli, eretti e cavi all’interno. Le foglie, simili a quelle del prezzemolo, sono di un verde chiaro e diverse per forma a seconda della loro posizione lungo il fusto: quelle alla base sono dentate, tondeggianti con un lungo picciolo; quelle superiori sono finemente incise, piumose con un picciolo più breve.

A partire da giugno crescono i fiori, piccoli, biancastri, a forma di stella e riuniti in infiorescenze come “un’ombrella”. Il frutto è costituito da due acheni piccoli, pelosi, di colore grigio-verde, all’interno di un involucro a forma ovale, noti in commercio come “semi di anice” (gli acheni hanno le sembianze di semi ma non lo sono). Il nostro naso viene attirato dall’aroma emanato dal fruttoche ricorda molto quello del finocchio. Quando i frutti sono maturi (acheni bruni) tra agosto e settembre, una pioggia di semi fuoriesce dalle ombrelle, se scosse.

  L’anice verde ha avuto origine in Medio Oriente e con il tempo, attraverso la via commerciale delle spezie, si diffuse anche in Occidente. La sua coltivazione iniziò nella penisola anatolica per poi radicarsi ampiamente nel bacino del Mediterraneo e in Europa. In Italia è divenuta una pianta spontanea, soprattutto in Sicilia. Altri Paesi si deliziano a coltivarlo, come l’Africa, l’Asia, l’Egitto, il Cile e il Messico.

Pimpinella anisum prospera bene in posizioni ben soleggiate e riparate dal vento. Come per altre piante con radice fittonante il terreno ideale deve essere ben drenato e sciolto (non compatto). Si riproduce per semina verso aprile/maggio.

  I frutti sono il segreto dell’aroma dolce e allo stesso tempo piccante della pimpinella. Gli acheni vengono distillati a vapore per ottenere l’olio essenziale, responsabile dell’aroma, e specialmente impiegato nella preparazione di dolci e liquori.

Principi attivi. Gli acheni contengono acidi grassi, carboidrati, flavonoidi, composti aromatici, come l’estragolo, sostanze proteiche. La componente attiva più importante è costituita dall’olio essenziale, il cui principio attivo più abbondante (tra 80-90%) è dato dall’anetolo (etere fenolico), comunemente conosciuto come “anice”.

Proprietà. Alla composizione fitochimica dell’olio, in particolare all’anetolo, sono riconosciute le proprietà della Pimpinella anisum in campo fitoterapico, di cui la più nota riguarda l’apparato digerente. In esso facilita la digestione, contrastando il gonfiore addominale, inibendo la fermentazione intestinale e la flatulenza e rilasciando la muscolatura liscia dell’intestino. Stimola anche l’appetito perché favorisce la secrezione gastrica. Questa sostanza aromatica è in grado di avere diversi effetti salutari sul nostro organismo, tra i quali quello antisettico, (l’olio è un buon disinfettante), antispasmodico (contro le coliche gassose del neonato), carminativo (favorisce l’espulsione del gas dallo stomaco ed intestino), espettorante e fluidificante (per il catarro e la tosse), galattogeno (stimola la secrezione lattea), rinfrescante (migliora l’alito) e sedativo (calmante verso stati d’ ansia ed insonnia).

Gli individui allergici all’anetolo non dovrebbero consumare l’anice comune od estratti da esso. Èbuona norma per le donne in gravidanza o in allattamento rivolgersi al medico prima di un suo uso.

Uso interno.Si possono preparare infusi per affrontare una digestione difficile, alleviare gonfiori addominali dopo i pasti, risolvere fermentazioni intestinali, gastriti di natura nervosa ed infiammazioni delle vie aeree (per esempio tosse secca). Si fa bollire una tazza e mezza d’acqua in un pentolino con i semi all’interno di un colino (1 cucchiaino di semi di anice) per 7 minuti. Si lascia in infusione per altri 7 minuti e infine si beve dopo i pasti o al bisogno. Si può aggiungere un pezzo di zenzeroper un’azione antifermentativa. 

Uso esterno. Le tisane con i semi di anice possono essere anche impiegate per lavaggi della pelle grazie alle proprietà antibatteriche e per fare i fumacchi (inalazioni di vapore acqueo con poche gocce aggiunte di olio essenziale) per l’espulsione dei muchi e del catarro dalle vie respiratorie.

In cucina. È ben conosciuto l’uso dell’anice per aromatizzare molti liquori ed aggiungere sapore al pane, focacce e dolci. A tal proposito, in epoca romana antica l’anice era considerato una spezia sia digestiva che afrodisiaca. L’adoperavano spesso come spezia per insaporire piatti salati con lo scopo di risvegliare, ossia di eccitare i sensi per combattere l’impotenza sessuale. Inoltre, l’inserivano nella preparazione di un dolce rituale, “mustaceum”, servito dopo pasto per la digestione. Aveva la forma più di una focaccia preparata con farina, formaggio, mosto d’uva, aromatizzata con anice e cumino ed infine cotta sopra foglie di alloro.

Ingredienti: 500gr di farina di grano, uva rossa, 40gr di strutto, 20gr di formaggio, anice, cumino, alcune foglie di alloro (più grandi possibili):

  • preparare il mosto deraspando e pestando l’uva. Bisogna evitare di schiacciare troppi semi per evitare che il mosto diventi amaro. Si rimuovono le bucce dell’uva e si lascia riposare il mosto per due o tre giorni;
  • pestare in un mortaio i semi di anice e cumino. Ad essi viene aggiunto il formaggio (meglio di pecora), la farinae lo strutto. Lavorare bene l’impasto versandoci a poco a poco il mosto. Poi, lasciare riposare l’impasto per una notte;
  • preparareil “mustaceum”, ovvero un panino di forma ovale, disposto su delle foglie di alloro. Dopo circa mezz’ora vamesso nel forno per 20-30 minuti, ad una temperatura di 170°, a cuocere sopra le foglie di alloro, come raccontava Marco Porcio Catone, nel suo De Agri Cultura (II secolo a.C.). 

  Curiosità. Ci interessa più il nome botanico di specie anisum che proviene dal greco anison-anisos, che vuol dire “non eguale”, per marcare la differenza con la pianta velenosa di cicuta che fa parte della stessa famiglia botanica. L’anice verde presenta una tradizione millenaria come spezia aromatica e salutare, riconosciuta fin dall’antichità. Si ricorda che nel ‘300 il popolo inglese adorava questa spezia e lo stesso re (Edoardo I) impose una tassa sulla sua compravendita per raccogliere il denaro necessario alla riparazione del Ponte di Londra.