Il lavoro che cambia: i “digital nomads”

Il lavoro che cambia: i “digital nomads”

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   L’ultimo decennio va delineando una svolta rispetto alla sede lavorativa fissa. La pandemia ha accelerato il fenomeno rimuovendo gli ultimi tentennamenti rispetto al confezionamento di  soluzioni mobili.

   Da qualche tempo si discute su parole quali “digital nomads”, letteralmente tradotto in “nomadi digitali”, che caratterizzano lo stile di vita di chi non ha una sede operativa stabile in un Paese ma è libero di avere dimora, visti e permessi assolti, in nazioni straniere. Talvolta è per dettame di un progetto ad hoc, si vedano i blogger e vlogger di viaggi, talvolta per il vezzo di poter associare l’impegno lavorativo con l’esplorazione di una meta desiderata, senza interrompere l’attività.

  Dal 2020, per imposizione più che per volontà, alla filosofia non convenzionale di sede lavorativa itinerante, si aggiungono la corposa schiera dei lavoratori a distanza e la percentuale di smart-workers, questi ultimi sempre più educati all’uso di piattaforme virtuali di networking e condivisione di documenti via etere (Cloud).

  Ecco che ben presto echeggiano termini quali “workacion”, versione spagnola, o “workation”, variante inglese, derivati dall’unione di “work” e “vacation” (lavoro e vacanza).Questo favorisce l’emergere a macchia d’olio di villaggi per imprenditori digitali e lavoratori da remoto; da Madeira a Bali, alle Hawaii, alla California, alle isole caraibiche, come alle Canarie, con l’aggiunta, di mese in mese, di nuove località in passato riservate al puro mercato turistico (destinazioni offerte ad esempio dal network www.outsite.co ).

  I centri per i lavoratori mobili si distinguono per l’offerta di soluzioni abitative di totale comfort, dotate di una connessione internet veloce, normalmente via fibra ottica, prezzi accessibili che abbinano l’idea di casa adeguata ad un’era tecnologicamente più avanzata, a luoghi di fascino e a uno spirito comunitario di co-abitazione. Sono l’ambiente ideale per l’incontro di “expertise” diverse e lo sviluppo di collaborazioni anche internazionali.

Non sono solo le agenzie intermediarie specializzate in questa proposta abitativo-lavorativa a dominare l’emergente mercato. Nel 2021, sulla base del perdurare dei lockdown nazionali, un numero in crescita di hotel tradizionali, resorts turistici stagionali, case e ville vacanze, stanno convertendo appartamenti e spazi abitativi ammobiliati, a locali Covid-sicuri. Il costo rimane in linea con un affitto cittadino, anziché basarsi su una tariffa vacanza settimanale e, soprattutto, viene garantita la dotazione di postazioni e scrivanie digitali connesse al web, requisito primo dell’operatore fuori-sede.

Chi sono queste categorie privilegiate di lavoratori?

  Può non sorprendere il fatto che i professionisti di oggi, nomadi come pure i lavoratori a distanza che optano per uno spostamento in un Paese estero rispetto alla sede aziendale, interessino tutte le fasce professionali, d’età e nazionalità, in virtù del fatto che una larga parte delle attività ha assunto dimestichezza con la modalità operativa in virtuale e adeguato tecnologicamente i propri sistemi.

  Tuttavia, il profilo rappresentato in maggioranza gravita nella fascia tra i 25 e i 35 anni, spesso persone con minori restrizioni in ambito familiare, con facoltà di decidere per la propria persona, e quindiliberi da scelte limitanti quali la scuola dei figli, la rata mensile del mutuo e così dicendo.

  Tra gli esponenti conosciamo Francesca, coach aziendale, che nell’ultimo periodo è riuscita a condurre la propria attività verso la clientela britannica dal Nepal, dove è al gratuito servizio di un’organizzazione non-profit locale.

C’è anche Elena, di origine russa, che in periodo pre-Covid, insegnava tedesco dalla sede di una scuola statale in Spagna. Attualmente segue gli stessi studenti online, ma da Fuerteventura, isola scelta perché, tra una lezione e la successiva, può concedersi alla passione per il surf.

Una coppia di registi freelance tedeschi, Marta e Henning, all’apertura degli spostamenti internazionali da parte della cancelliera Merkel, hanno organizzato in tempi record il cambio-sede e oggi trovano ispirazione creativa nell’arcipelago delle Canarie.

  A parlare a vantaggio dei lavoratori da remoto, da una villa in condivisione con altri dipendenti aziendali a Bali, c’è la responsabile finanziaria di un’azienda inglese, uscita dal Paese pochi giorni prima dell’annuncio del terzo lockdown; c’è anche Jason, programmatore software chiamato al servizio da casa da un anno, che al momento dimora in un villaggio per nomadi in Portogallo.

   Si tratta di una vita lavorativa diversa quella del tempo attuale, segnale che la società ha trovato ancora una volta la modalità per adeguarsi a circostanze in mutamento.

*Per approfondimento e curiosità, a questo link si accede ad un video inchiesta sui nomadi digitali alle Canarie: Chi sono, perché, dove, come. In inglese.

Elisa Sgubin

***I contenuti di questa rubrica hanno titolo informativo. Resta responsabilità individuale quella di fare riferimento ad un consulto professionale, basato sul caso specifico, a supporto di un’eventuale scelta.