I nuotatori del deserto e gli arcieri…

I nuotatori del deserto e gli arcieri…

Raccontati a Londra dall'archeologo Lucarini

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luc1 (1)Gilf Kebir, Wadi Sura, Wadi Masha, Farafra, Bahariya,Dakhla…l’immaginazione dei presenti non riesce quasi a stare al passo con l’appassionata esposizione di Giulio Lucarini, archeologo, ricercatore a Cambridge, professore all’Orientale di Napoli, docente all’Università di Addis Abeba, co- direttore di numerose spedizioni e scavi archeologici in Egitto, Tunisia, Libia, Marocco. Lo scorso 6 febbraio, ad una serata organizzata da “Il Circolo”, Giulio Lucarini – protagonista il giorno prima di un analoga conferenza all’istituto Italiano di Cultura di Londra – ha accompagnato il suo uditorio alla scoperta della famosa Grotta dei nuotatori, la “cappella Sistina” del Sahara egiziano, come scherzosamente la defi nisce. Si tratta dei graffi ti preistorici più famosi dell’Africa, in cui si vedono chiaramente personaggi fl uttuanti, in aria o in acqua.

Segue la spiegazione della Grotta degli arcieri, dove il professore ci illustra gli animali, ci fa rifl ettere sulla necessità artistica degli uomini dell’epoca: potevano essere animali visti anche a centinaia di chilometri dal posto della creazione artistica, potevano essere immaginari, dei sogni, delle distorsioni.

Rifl ettiamo sulla nomadicità e gli spostamenti dei gruppi abitanti il deserto nell’epoca paleolitica: i raggruppamenti erano sempre vicino ad una fonte d’acqua, un luogo di caccia e di raccolta. Le comunità non avevano ancora iniziato l’agricoltura e lo spostamento si rende necessario per le inondazioni, per le piene dei fi umi. È tutto comprovato dagli strati degli scavi che in vari fasi trovano una copertura di fango, prima di altri reperti di insediamento.

Interessanti i reperti di uova di struzzo, usati per cucinare, per contenitori; scopriamo la dieta primitiva principalmente a base di molluschi, grazie alla scoperta delle “escargoteries”, strati interi di gusci di molluschi di cui ci si nutriva per sussistenza. La vita degli insediamenti primitivi si dispiega di fronte a noi come una vita quotidiana molto intensa e il fascino dello spirito artistico che gli uomini dell’epoca mostrano acquista maggiore valore.

I nostri ricordi e l’infatuazione per Ralph Fiennes (provata da tutte le signore di una certa età presenti!) nel famoso fi lm “The English Patient” diventano reali riferimenti, dato che la grotta mostrata nella pellicola è proprio quella dei Nuotatori nel Deserto. Lo studio dei reperti archeologici nei siti a cielo aperto solleva infi ne parecchie questioni etiche: il turismo che dilapida i reperti portandosi via dei souvenir rimasti in loco per migliaia d’anni, le guide senza troppi scrupoli e l’incuria di coloro che attraversano il deserto lasciandosi alle spalle sporcizia e rifiuti.

La serata si conclude con parecchie domande, una voglia nata in ognuno di noi di visitare questi posti e – giustamente – con un aperitivo di prosecco e bocconcini italiani off erto da Etta, coronato dalle prime chiacchiere della stagione carnevalesca appositamente trasportate dall’Italia.

Etta De Benedetti