Pasta per posta: a Londra funziona e Harrods se ne accorge

Pasta per posta: a Londra funziona e Harrods se ne accorge

Va a gonfie vele la start-up Pasta Evangelists

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Che ne direste di un piatto di pasta fresca all’italiana che vi arriva direttamente nella buca della lettera grazie ad uno snello kit dove trovano posto anche le istruzioni per la cottura e il sugo che avete scelto?  In Uk funziona, tanto da portare alle stelle la start-up Pasta Evangelists che ha inventato questa nuova formula e si è vista addirittura offrire per novembre, a ridosso del Natale 2018,  un angolino nella prestigiosa Food Hall dei grandi magazzini Harrods.

Sulla breccia da appena due anni, con un fatturato medio di circa centomila sterline al mese, Pasta Evangelists è stata invitata non solo a gestire un piccolo stand da Harrods ma anche ad organizzarci una “Pasta-making masterclass” e una “Pasta Feast”. Pasta cacio e pepe, ravioli con gamberi siciliani rossi, fregola con cozze e bottarga…I piatti per farsi venire l’acquolina in bocca proprio non mancano.

Di strada la start-up – finanziata con investimenti complessivi di circa due milioni di sterline – ne ha fatta parecchia: agli albori, due anni fa, riuscì a vendere appena trenta porzioni di gnocchi al pesto in un mese (soprattutto ad amici e parenti…) mentre adesso si arriva a diecimila. Il grosso del business è a Londra ma l’azienda si vanta di poter consegnare in tempi rapidi la pasta dal nord delle Highlands scozzesi al sud di Brighton.

Ogni settimana viene proposto un menù con sei-sette piatti che vengono presentati come fatti in casa con il meglio offerto dall’Italia, ad un costo che può andare da sette a dodici sterline a porzione. Si può prenotare via una app da telefonino o via computer, dopo aver aperto un conto. Nella metropoli britannica si consegnano kit refrigerati mentre nel resto del Regno Unito si usa una confezione sigillata e ghiacciata riutilizzabile. La consegna è garantita entro le 24 ore dall’ordine o nel giorno da voi indicato.

Più di duecento le varianti di pasta finora proposte, tutte “artigianali” e non-pastorizzate e spesso conosciute in Italia soltanto a livello regionale: dalle pappardelle con suino stracotto e cavolo nero ai tortelloni di granchio o aragosta, dal pesto alla trapanese ai paccheri alla norma.

La scelta del nome Evangelists non è casuale: la start-up vuole fare opera di evangelizzazione (della pasta ovviamente) tra i sempre più sofisticati consumatori britannici.

Scan 6a (2)L’idea è venuta ad Alex Savelli, un imprenditore anglo-italiano (si potrebbe anche dire anglo-genovese) deluso che in Uk fosse difficile o addirittura impossibile trovare vera pasta fresca. In un’intervista spiegava così qualche mese fa perché’ si è buttato in quest’avventura: “Volevo fare qualcosa che mi piacesse e non ero molto entusiasta della mia azienda precedente. Sono italiano, ogni giorno mangio cibo italiano, compresa la pasta, e ho vissuto vent’anni in Italia facendo della cucina da quando ne avevo quattordici, Ho visto un’opportunità di business. Ci sono state parecchie ondate di miglioramento per quasi ogni cibo e bevanda, esclusa la pasta. La gente vuole sempre di piu’ mangiare cibi stagionali e freschissimi”.

Savelli ha fondato Pasta Evangelists assieme ad altre cinque persone tra cui James McArthur, Chris Reynoldson e la presentatrice dello show televisivo “Great British Bake Off” Prue Leith con l’obiettivo di proporre al consumatore britannico qualcosa di molto ma molto meglio rispetto alla cosiddetta “pasta fresca” in vendita nei supermercati che in effetti è stata spesso e volentieri prodotta molti mesi prima e scongelata all’ultimo momento.

LaR