IUS SOLI O IUS SANGUINIS? LETTA RIACCENDE IL DIBATTITO

IUS SOLI O IUS SANGUINIS? LETTA RIACCENDE IL DIBATTITO

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    Chi nasce in Italia dovrebbe diventare automaticamente cittadino italiano? Oppure è meglio che le cose rimangano come sono, mantenendo in vigore lo “ius sanguinis” che prevede la cittadinanza alla nascita solo per chi ha almeno un genitore italiano?

   L’ex-premier Enrico Letta, insediato a metà marzo sulla poltrona di segretario del Partito Democratico dopo le dimissioni a sorpresa di Nicola Zingaretti, ha riacceso il dibattito sulla questione schierandosi a favore dello Ius soli: “Io sarei molto felice – ha affermato – se il governo di Mario Draghi, tutti insieme, senza polemiche, fosse quello in cui dar vita alla normativa dello Ius Soli che voglio qui rilanciare”.  

        Il “tutti assieme, senza polemiche” auspicato da Letta, ritornato in Italia e alla politica dopo sette anni da professore universitario a Parigi, non c’è però proprio stato: “Letta e il Pd vogliono rilanciare lo Ius Soli, la cittadinanza facile per gli immigrati? Eh, buonanotte… Se torna da Parigi e parte così, parte male. Risolviamo i mille problemi che hanno gli italiani e gli stranieri regolari, in questo momento, non perdiamo tempo in cavolate”, gli ha replicato a muso duro il leader della Lega Matteo Salvini.

   Anche le altre due forze di centro- destra – Forza Italia e Fratelli d’Italia – hanno reagito malissimo alla sortita di Letta: “Vedo che Letta insiste sullo Ius Soli. Ci sono molti modi per logorare un quadro politico. Uno di questi è insistere su proposte sbagliate”, ha dichiarato il senatore di Forza Italia Maurizio Gasparri e ha aggiunto: “Regalare la cittadinanza è una scelta che l’Italia non si può permettere. Semmai le leggi in vigore andrebbero rivisitate per renderle più restrittive e per collegare a verifiche più serie la concessione della cittadinanza.

    Non meno negativo il senatore Ricardo Merlo, presidente MAIE, già Sottosegretario agli Esteri nel Conte 1 e nel Conte 2: a suo giudizio lo ius soli “produrrebbe, tra le altre cose, un’immigrazione di massa che, in particolare in questo periodo storico, non possiamo permetterci”. 

   “La cittadinanza italiana – sottolinea il senatore, eletto in Sud America – è qualcosa di assai prezioso, non può essere un regalo, semmai una conquista. Altra cosa sarebbe pensare a una sorta di ius culturae, dunque la cittadinanza data a quei figli di immigrati regolarmente residenti in Italia da un minimo di anni e che abbiano portato a termine, per esempio, un percorso scolastico completo. Ma andrebbe studiata molto bene, perché sappiamo quanto gli italiani siano fieri della propria identità e quanto siano stanchi, invece, di sentirsi, purtroppo troppo spesso, stranieri nel proprio stesso Paese”.    

    Al giorno d’oggi i figli degli immigrati regolarmente residenti in Italia possono chiedere la cittadinanza, al compimento del 18esimo anno d’età. 

   Per Merlo “l’immigrazione regolare può rappresentare una risorsa per l’Italia, ma quella irregolare va governata e controllata, va governata in maniera seria. Basta con gli sbarchi di centinaia di clandestini extracomunitari sulle nostre coste, soprattutto in un periodo di fortissima crisi sanitaria ed economica”. 

   “Prima di parlare di ius soli, e dare la cittadinanza italiana a chi italiano non è, bisogna ridarla a quegli italiani che per vari motivi sono andati a vivere all’estero e avendo acquisito la cittadinanza del Paese di destinazione hanno perso automaticamente quella italiana. Essi sono italiani di sangue e di cultura, sono nati in Italia da genitori italiani e portano l’Italia nel cuore: è giusto che siano italiani anche secondo la legge”, ha commentato dal canto suo Fucsia Nissoli Fitzgerald, deputata di Forza Italia eletta in Nord e Centro America.

La Redazione