IL PAGLIACCIO RIAPRE ALL’APERTO

IL PAGLIACCIO RIAPRE ALL’APERTO

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“TUTTE LE SERE ABBIAMO LA FILA”

   Teo Catino tira un sospiro di sollievo: il suo ristorante “Il Pagliaccio”, consolidata realtà della ristorazione italiana a Fulham, sulla breccia dal 1992, è sopravvissuto alla pandemia e dal 12 aprile funziona di nuovo alla grande grazie ad una cinquantina di posti all’aperto.

  “Sì, sono stato fortunatissimo, anche perché – ci dice – da quando abbiamo avuto la possibilità di riaprire abbiamo avuto la fila tutte le sere. Se lo spazio all’aperto di cui dispongo fosse stato cinque volte più grande l’avrei riempito totalmente ogni sera”.        

    “I miei clienti – esulta – sono tornati alla carica. Io sono stato sempre a disposizione della comunità e con la ripartenza il calore della mia clientela si è fatto subito sentire. In piena pandemia abbiamo dato più di 4000 pasti gratuiti a soggetti vulnerabili e la gente di qui lo ricorda. Inoltre devo dire che, nonostante non uscivano per divertirsi da mesi, sono tutti stati molto rispettosi ed attenti alle regole imposte per proteggersi dal covid. Tutti hanno capito la lezione e nessuno vuole che una potenziale ondata sia colpa di comportamenti stupidi ed insensati.” 

   Al momento di gente avanti con gli anni se ne vede però poca nel ristorante: “In queste prime settimane l ’età media della mia clientela e’probabilmente sui 25 anni. Le persone più grandi continuano ad avere qualche timore, ancora non se la sentono di uscire. Anche quelli che come me hanno ricevuto entrambi i vaccini preferiscono cautela. In questo contesto la presenza di controlli credo aiuti molto ad evitare comportamenti inopportuni da parte dei più giovani.” 

   Con un festante sottofondo di ragazze felicissime che ridono e cantano a squarciagola, Teo si dice orgoglioso che malgrado le tantissime spese affrontate e l’aumento dei costi dei generi alimentari ha lasciato al momento i prezzi invariati. Non esclude però di doverli in future aumentare, soprattutto a causa della Brexit:   “Se questo dovesse succedere, spero che la clientela capisca la situazione”.

   Per lui la riapertura del 12 aprile negli spazi all’aperto e’ stata la fine di un lungo incubo: “È stata davvero dura e – confida – ce la siamo cavata. Ci siamo diversificati e siamo comunque rimasti sempre aperti. Avrei potuto chiudere, come molti altri hanno fatto, ma davvero non me la sentivo di lasciare a casa i miei dipendenti, gente che lavora con me da più di 15 anni o che semplicemente si trova a dover affrontare questa situazione con figli da mantenere e mutui da pagare. Chiudere sarebbe stata una sconfitta e in qualche maniera mi sono reinventato rimanendo aperto”.

    “È stato il mio stesso staff a darmi la giusta motivazione e sono loro riconoscente. La legge – ci spiega – mi obbligava a chiudere il ristorante, ma io l’ho trasformato in una delikatessen, con servizio di asporto ed un barbecue per il take away posizionato all’esterno del locale. Ho cercato di fare del mio meglio per rimanere a galla, abbiamo resistito fino ad oggi e ci siamo preparati per riaprire il 12 aprile, grazie allo spazio all’esterno di cui disponiamo”.

    Teo ammette che gli aiuti concessi dal governo britannico sono stati importanti: “Abbiamo avuto la possibilità di accedere ad un prestito a fondo perduto tra i 10 e i 50K, vincolato al pagamento mensile delle ‘business rates’, il cui ammontare determinava l’importo del prestito. Questo aiuto tuttavia è presto evaporato e un nuovo apprezzato aiuto è quello arrivato dalla banca. Grazie alle agevolazioni governative, ho avuto accesso ad un prestito agevolato di 50K che mi ha aiutato a sopravvivere. Tutti abbiamo delle spese da affrontare ed io mi son trovato a dover pagare le spese correnti per proseguire con l’attività ed un mutuo da saldare”.

    Malgrado le grosse difficoltà connesse al lockdown, Teo è rimasto socialmente utile, aiutando la comunità locale. “Su iniziativa dell’Headmaster dell’Hurlington Academy – ricorda – mi è stato chiesto di offrire pasti caldi a dei bambini di due scuole locali. Ho ricevuto una simile richiesta dalla chiesa di San Matthew che si trova qui vicino. Abbiamo gratuitamente offerto pasti alla chiesa ed abbiamo portato da mangiare pasti caldi ad una sessantina di bambini, tutti i giorni, durante tutto il periodo di chiusura delle scuole. Ho fatto tutto da volontario, accollandomi tutti i costi ed utilizzando il mio staff che ha contribuito a fare una cosa giusta ed importante per aiutare la nostra comunità in un momento difficile. Il Pagliaccio ha una consolidata attenzione per le cause caritatevoli ed abbiamo raccolto negli ultimi anni 300K per aiutare varie organizzazioni tra le quali, The Royal Marsden Hospital, un ospedale dedicato ai malati di cancro. Anche i miei clienti son sempre stati generosi non facendoci mancare il loro supporto”. 

   Il Pagliaccio ha posti per più di 250 coperti e dopo la parziale riapertura del 12 aprile Teo aspetta adesso di ripartire a pieno regime, anche al chiuso, dal 17 maggio se la road map del governo Johnson sarà rispettata. Aspetta con qualche timore: “Io personalmente ho ancora un po’ di paura perché ci sono ancora tutte queste varianti e spero non ci impongano un altro lockdown. Ma la voglia di aprire tutto e ripartire come prima c’è, la gente ha voglia di riprendersi quello che la pandemia gli ha tolto e nell’ aria si sente la volontà di tutti di tornare a divertirsi. Qui si fa anche un po’ di musica dal vivo e noi siamo pronti a ballare e a fare il nostro 100%.”

TripDigest