Roberto Stasi è il nuovo segretario del Partito Democratico nel Regno Unito e in un’intervista all’agenzia NoveColonne si è impegnato a lavorare con tutte le sue forze a favore degli italiani residenti nel Regno Unito, alle prese con il mix “esplosivo” della pandemia e della Brexit.
“La comunità italiana – ha sottolineato – è coinvolta in maniera profonda, con tante persone che hanno perso il lavoro nei mesi scorsi e i tanti ragazzi e ragazze del mondo dell’hospitality. Si stima che circa 30mila siano già rientrati in Italia e altri ne seguiranno nei prossimi mesi, nonostante gli interventi di sostegno del governo”.
A suo giudizio si è già fatto un “enorme lavoro” per difendere i diritti dei cittadini europei in Uk dopo l’uscita dall’Unione europea e “serve continuare un lavoro di informazione, assistenza e monitoraggio come fatto in questi mesi, e un monitoraggio anche dell’applicazione dell’accordo di uscita e anche, si spera, del futuro accordo di partenariato”.
Il Partito democratico nel Regno Unito – ha assicurato il suo neo-segretario – “terrà occhi e orecchie ben aperti, anche per il ruolo centrale che svolge nella maggioranza di governo, insieme a ministri chiave come Enzo Amendola, sulle questioni della Brexit, e Marina Sereni, sulle questioni della nostra comunità nel Regno Unito, che sono stati e sono profondamente impegnati”.
Di certo la congiuntura è epocale e il binomio Brexit&Coronavirus mette a dura prova il fatto che il Regno Unito è stato a lungo meta prediletta per gli italiani che emigrano. In particolare l’uscita del Regno Unito dall’Unione europea “pone una battuta d’arresto senza precedenti: non è ancora chiaro – sostiene Stasi – l’effetto sui sistemi e processi produttivi, ma una cosa è certa, la libertà di movimento non ci sarà più e questo, secondo me, è un deterrente enorme per le future generazioni di europei. Quanto il fascino della ‘Cool Britannia’ possa continuare a vivere e ad attrarre è tutto in discussione”.
Per quanto riguarda il partito, Stasi ha l’ambizione di “far crescere il numero degli iscritti e dei circoli nel Regno Unito, sebbene le limitazioni di movimento e socializzazione dovute all’emergenza Covid sono un ostacolo non di poco conto”. Si tratta allora di sperimentare forme diverse di partecipazione e coinvolgimento” come “indagini online e incontri aperti a tutti sulle piattaforme online”.
“Lanceremo da dicembre – ha anticipato – degli incontri mensili di ascolto e consulto liberi e aperti a chi vorrà segnalarci alcuni bisogni, fare proposte o anche solo socializzare: avremo una rete di volontari tra i nostri iscritti che saranno a disposizione per accogliere chi vorrà contattarci”. L’obiettivo è anche “essere in rete con le altre realtà politiche, istituzionali e sociali italiane”, in modo da “trovare soluzioni rapide ai problemi della comunità”.
La redazione