Il rilassamento come medicina per i figli

Il rilassamento come medicina per i figli

492
SHARE

C’è una sostanziale differenza tra il rilassamento in senso terapeutico e il rilassamento nell’accezione più comune del termine

 Rilassamento, rilassarsi, rilassante… sono termini che richiamano alla mente qualsiasi pratica che possa favorire un certo senso di “dolce far niente” o di sollievo dalla tensione o dalla stanchezza (dall’ascoltare musica a fare un bagno caldo). Si tratta della soddisfazione naturale di un bisogno che tutti, adulti e bambini hanno, anche se a volte non se ne rendono conto o non riescono ad esprimerlo. 

 La vita è frenetica e stressante, anche se in modo diverso, sia per i genitori che per i figli. Per questo motivo, concedersi ogni tanto, meglio ancora se quotidianamente, qualche momento di relax costituisce una preziosa ricarica di energie fisiche e mentali, nonché una benefica valvola di scarico delle tensioni accumulate. 

 Per gli adulti sono senz’altro necessari degli intervalli rilassanti individuali (come leggere qualche pagina in solitudine e silenzio o dedicarsi al proprio hobby preferito o alla meditazione, per fare solo qualche esempio), ma anche alcuni bambini sono capaci di trovare, autonomamente o con l’incoraggiamento di un genitore, dei momenti di tranquillità in giochi rilassanti o nella lettura. 

 Attenzione, però, a non scambiare per rilassamento l’assorbimento ipnotico provocato dai videogiochi o dalla visione di cartoni animati e video vari. L’effetto dell’uso, per lo più passivo, di questi strumenti tecnologici è, contrariamente a come può sembrare, tutt’altro che rilassante. Anzi, pediatri, neuropsichiatri infantili, pedagogisti e psicologi mettono in guardia contro gli effetti fortemente dannosi derivanti da un’esposizione eccessiva a schermi video da parte di bambini e adolescenti. A sostegno di questi avvertimenti esistono anche parecchi studi scientifici. Se vi interessa approfondire questo argomento, ho appena pubblicato un articolo sul mio sito

 Tornando alle attività rilassanti e alla capacità dei bambini di dedicarvisi autonomamente, non tutti ci riescono. Dipende dall’età, sicuramente, ma anche dalla personalità e dal carattere del bambino, dalla sua capacità di riconoscere la propria tensione e il conseguente bisogno di rilassarsi.

 In questo caso, la mamma o il papà che riconosca nel proprio figlio questo stato di tensione, stanchezza o nervosismo può convincere il bambino a fare qualcosa di piacevole insieme, proponendo qualcosa di tranquillo e rasserenante: leggere un libro, disegnare, impastare con acqua e farina o modellare figure con plastilina o materiali simili, anche fare un dolce insieme, perché no… le attività da scegliere possono essere tante e variano in base all’età e ai gusti. Sicuramente, alla fine, sarà divertente e rilassante sia per i figli che per i genitori. 

 Se, però, il livello di tensione del bambino fosse tale da impedirgli di riuscire ad interessarsi ad una attività di questo tipo (cosa che, a volte, può capitare per troppa stanchezza, specialmente ai più piccoli), si può aiutare il bambino a lasciarsi andare e calmarsi. Per esempio, gli si può suggerire di fare dei bei respiri profondi, meglio ancora se lo si fa insieme con lui, dandogli l’esempio. Ai più piccoli può bastare anche un abbraccio avvolgente o un delicato massaggio. Online, nei siti e blog dedicati a mamme e papà, si trovano molte idee per attività che aiutino a far rilassare i più piccoli. 

 Fin qui, però, ho parlato di rilassamento in termini più generici e quotidiani, nel senso della risposta al desiderio o alla necessità, di lasciare andare le tensioni, riuscire a “staccare la spina” per un po’, insomma… rilassarsi, nell’accezione più comune del termine.  

 Invece, l’impiego professionale di specifiche tecniche di rilassamento deriva da motivazioni che vanno oltre questa esigenza naturale e spontanea. Una seduta e, soprattutto, un percorso di rilassamento è qualcosa che va ben al di là della soddisfazione di questo bisogno naturale e che ha applicazioni molto più varie e con risultati duraturi nel tempo. 

 Le tecniche di rilassamento a cui mi riferisco sono il risultato della ricerca e del perfezionamento da parte di esperti del settore e hanno una finalità terapeutica, cioè quella di rispondere alla richiesta di chi desidera superare una situazione vissuta come patologica o, almeno, disturbante e limitante.  Esistono metodi di rilassamento appositamente studiati per essere utilizzati a scopo terapeutico con adulti e/o bambini. Attraverso un percorso di questo genere, si può ottenere, o quantomeno coadiuvare, la soluzione di problematiche di vario tipo: stati tensionali o ansiosi, iperattività, inibizione, tic … e molte altre. 

 Il rilassamento così inteso è uno strumento terapeutico per eccellenza, che trova le più varie applicazioni. Per esempio, può aiutare a superare insicurezze, blocchi e paure, da quelle che impediscono di dare il meglio di sé nei test scolastici fino alla paura di parlare in pubblico o ad ansie di tipo sociale. In campo sportivo, può far ottenere un miglioramento delle prestazioni sportive o aiutare a superare ansie da prestazione.

 Tutto ciò vale sia per i bambini che per gli adulti, con la sola differenza del tipo di tecnica di rilassamento utilizzata. Ne esistono diverse, studiate da medici, psicologi e psicomotricisti in modo da rispondere non solo ad esigenze diversificate in base all’età, ma anche da corrispondere al tipo di personalità del destinatario e ai risultati che desidera o ha necessità di ottenere.  Queste tecniche vengono applicate da professionisti preparati, che guidano il bambino, il ragazzo o l’adulto in un processo di apprendimento graduale. Durante questo percorso, di durata variabile a seconda della tecnica e anche, in alcuni casi, a seconda della risposta del destinatario, quest’ultimo diventa man mano in grado di gestire il proprio rilassamento in maniera autonoma. In questo modo, non solo potrà sostenere il percorso terapeutico ripetendo a casa quanto appreso, ma farà suo uno strumento che gli sarà utile in molte occasioni in futuro.