“Io ministro? L’ho imparato ieri”

“Io ministro? L’ho imparato ieri”

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Patrizio Bianchi

“Io ministro? L’ho imparato ieri”. Non male l’esordio di Patrizio Bianchi, ministro dell’Istruzione nel governo Draghi. Nel giorno del giuramento al Quirinale, il 13 febbraio scorso, ha dimostrato poca dimestichezza con la lingua italiana. Il suo “l’ho imparato ieri” (invece di “l’ho appreso ieri”) ha lasciato a bocca aperta i giornalisti che gli chiedevano quando avesse saputo della sua cooptazione nel governo. 

   Ai puristi non è nemmeno piaciuta un’altra sua frase riferita al primo consiglio dei  ministri con a capo Draghi: “Ho trovato della bella gente. Speriamo che faremo bene”. Trattandosi di un auspicio sarebbe stato meglio usare con il verbo “sperare” il congiuntivo…

   Il più popolare comico italiano, Maurizio Crozza, è andato subito a nozze con le irresistibile gaffes d’italiano del neo-ministro che è così diventato  facile bersaglio delle sue esilaranti imitazioni.

 Sessantotto anni, emiliano, ex-rettore dell’università di Ferrara dove ha insegnato a lungo economia applicata, il professore ha preso il posto di un ministro del Movimento 5 Stelle – Lucia Azzolina – spesso e volentieri criticata  per come ha gestito la scuola nell’epoca della pandemia. Particolarmente controversa (e costosa) la sua scelta di mettere in sicurezza alunni e insegnanti comprando – come fossero la panacea universale – banchi monouso con le rotelle così da garantire il distanziamento.

     Facendo buon viso a cattivo gioco il neo-ministro dell’Istruzione ha cercato di giustificarsi con la scusa che era emozionato: “Ho commentato la mia nomina da Ministro, dopo il giuramento, utilizzando – si è difeso – un’espressione tipica emiliana. L’emozione del momento mi ha già fatto guadagnare un’imitazione del bravissimo Crozza, peraltro splendida”.

La Redazione