Diabete: molto importante il rapporto tra medico e paziente

Diabete: molto importante il rapporto tra medico e paziente

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Endocrinologo pubblica versione italiana di guida NHS

   “Sono tanti i benefici per il paziente con diabete quando la comunicazione con il medico non è centrata sulla malattia ma sull’ individuo”, ne è convinto il Dott. Giuseppe Maltese, Consultant in Endocrinologia e Diabetologia agli Ospedali Universitari di Epsom e St Helier di Londra, che – con il patrocinio dell’ambasciata d’Italia a Londra e di altre istituzioni – ha appena pubblicato la versione italiana di una guida dell’NHS su questo tema.

     La comunicazione nella relazione tra sanitario e persona con diabete – dice lo specialista, che è anche Honorary Clinical Lecturer al King’s College London – tradizionalmente veniva compresa nei curricula delle scuole di medicina quale parte disciplinare, senza tuttavia dare specifica attenzione alle capacità di comunicazione tra medico e paziente.

   Nel 2018, in occasione della “Giornata Mondiale del Diabete”, l’NHS ha pubblicato una guida sull’importanza del rapporto tra paziente e medico nella cura del diabete. Questa guida intitolata “Language Matters: Language and Diabetes” è stata creata con lo scopo di facilitare la comunicazione tra gli operatori sanitari e le persone con il diabete per promuovere risultati favorevoli.

  La persona con diabete ottiene benefici terapeutici semplicemente manifestando le proprie preoccupazioni ad un medico che applica un modello di intervento “centrato sulla persona”. Un linguaggio appropriato e suggerimenti pragmatici possono aiutare a risolvere i problemi e impostare uno strutturato piano d’azione.

  “Per questo motivo – sottolinea Maltese – ho accolto con entusiasmo l’invito del professore Partha Kar, consulente Nazionale per il diabete dell’NHS, a realizzare una versione italiana del documento, che è stato già tradotto in più lingue”

  Questa iniziativa è stata promossa anche da qualificate personalità del mondo accademico italiano: il professore Stefano del Prato, ordinario di Endocrinologia all’Università di Pisa e il professore Giorgio Sesti, ordinario di Medicina interna alla “Sapienza” di Roma.

  Il primo Presidente della European Association for the Study of Diabetes e il secondo ex-presidente della Società Italiana di Diabetologia.

  Nella sua prefazione Prato afferma: “Non esiste il modo corretto di comunicare, ma la conoscenza della teoria e l’esercizio corretto della comunicazione mediante strategie e protocolli consolidati, evidence-based, offrono la possibilità di instaurare un colloquio efficace anche nelle situazioni più delicate”.

 L’acquisizione di abilità di linguaggio e di comunicazione è, quindi, fortemente raccomandata anche nel campo della diabetologia, dove, tuttavia, mancano oggi specifiche raccomandazioni in lingua italiana.

  Della stessa idea è Sesti: “Sono stati fatti enormi passi avanti nella comprensione delle emozioni generate dalla persona con il diabete al momento della diagnosi e nella vita di tutti i giorni. In questo cambio di direzione la Diabetologia Italiana ha sicuramente contribuito, promuovendo un approccio alla persona con diabete nella sua interezza”.

  Le parole, il linguaggio, sia quello verbale che quello del corpo, unito al tono di voce, conclude Maltese, possono profondamente influenzare il rapporto dell’operatore sanitario con la persona con diabete. Cambiare i modelli di relazione utilizzati per anni non è semplice e può richiedere sforzi, così come richiesto per ogni tipo di cambiamento. 

  E’ nostro obbligo morale cercare di migliorare le nostre capacità di ascolto e accettare ogni persona con la propria cultura e la propria diversità. Empatia, volontà di prendere in considerazione i punti di vista della persona con il diabete e condivisione di obiettivi, rappresentano l’ambito (setting) ideale per raggiungere esiti favorevoli.

  Oggi “umanizzare” il rapporto medico – persona con diabete è un sentire sempre più comune.

L’importante documento è stato patrocinato dalla Ambasciata italiana a Londra, dal Consolato Italiano, dall’Italian Medical Society of Great Britain e da Società Scientifiche Italiane nel campo della diabetologia.

La Redazione