MINA: A TORINO UN CONVEGNO UNIVERSITARIO

MINA: A TORINO UN CONVEGNO UNIVERSITARIO

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PER GLI 81 ANNI DELL’ICONA POP

     Nel 1978 si è ritirata dalle scene e da allora vive da reclusa di lusso in Svizzera ma non e’ stata assolutamente dimenticata, tanto che – evento davvero rarissimo per una cantante “leggera” – l’università di Torino le ha addirittura un convegno internazionale: “Mina, la voce del silenzio: presenza e assenza di un’icona pop”.

  Il convegno – il primo  al mondo dedicato alla grande e celeberrima cantante – si è svolto il 25 e 26 marzo sui canali web dell’ateneo piemontese a cura di Giulia Muggeo (docente di Storia del cinema all’Università di Torino), Gabriele Rigola (docente di Storia del cinema all’Università di Genova) e Jacopo Tomatis (docente di Popular music all’Università di Torino) e ha coinciso con il 81esimo compleanno di Mina  (dopo essere stato rinviato esattamente un anno fa in occasione degli 80 anni, causa covid).  

   Organizzato dal DAMS dell’Università di Torino, dal CRAD (Centro di Ricerca Attore e Divismo), Sylvia Scarlett Gender Media Lab dell’Università di Torino, in collaborazione con Università degli Studi di Genova, l’Université de Picardie Jules Verne, Museo Nazionale del Cinema di Torino, IASPM italiana e Portale della canzone italiana, ha visto la presenza di studiose e studiosi da tutta Italia e relatori internazionali da Regno Unito, Australia e Francia, esperti di storia del cinema, di storia della musica, di semiotica, di moda e costume, di televisione. 

   C’e’ stata anche la partecipazione straordinaria, con interventi pre-registrati, di due ospiti di rilievo: Ivano Fossati, che ha accettato di raccontare il suo lavoro con Mina, e Massimiliano Pani, figlio di Mina e suo principale collaboratore dagli anni Ottanta a oggi, che ha conversato a lungo sul suo lavoro. 

   Il 25 e il 26 marzo   quattro sono stati gli appuntamenti (disseMINAzioni) sui canali di UniTo: La voce del silenzio, Conversazione con Massimiliano Pani, Mina sulle riviste e Conversazione con Ivano Fossati. Questi appuntamenti sono stati intervallati da otto panel di interventi preregistrati e da quattro tavole rotonde live. 

   Le parti preregistrate sono state trasmesse su WebexEvents, accessibili previa iscrizione; le tavole rotonde sono state invece trasmesse su UnitoMedia e sul canale Facebook del CRAD.  

   Il corpo di Mina attraversa – in presenza e in assenza – gli ultimi sessant’anni di storia italiana. A partire dal suo debutto sugli schermi del Musichiere e nei primi musicarceli tra il 1959 e il 1960, fino all’addio “fisico” alle scene nel 1978, e ancora nelle sue apparizioni “virtuali” più recenti. Icona pop, pioniera di una canzone sofisticata, simbolo di una tv raffinata ed elegante, contestato modello di indipendenza femminile, imprenditrice discografica, opinionista: Mina rappresenta – nella storia dei media e del costume italiani – un unicum, difficilmente riconducibile a paradigmi di analisi consolidati. La sua storia artistica è, inoltre, un punto di osservazione molteplice sui fenomeni culturali che hanno caratterizzato il Novecento.

    Il convegno su Mina – nata il 25 marzo 1940 a Busto Arsizio, Mina Anna Maria Mazzini per l’anagrafe e soprannominata ai suoi tempi d’oro “la tigre di Cremona” – è stata anche un’opportunità per mostrare la ricchezza e la varietà dei modi possibili di studiare la cultura pop, tenendo insieme gli studi sulla cultura audiovisiva, sulla popular music, sulla televisione, sul costume, sul divismo, sul genere, sulla moda, sulla storia culturale. 

   Dall’altra, Mina è un caso di studio unico: per la sua storia, per la sua “assenza” – oggetto di diversi interventi – che costringe anche a riflettere sulle modalità di funzionamento del divismo nel sistema mediale contemporaneo. Comprendere meglio Mina come “icona pop” significa comprendere meglio anche il mondo in cui viviamo, in cui di fatto l’intero orizzonte di ciò che vediamo e ascoltiamo è “filtrato” attraverso i media.

La Redazione