

Si moltiplicano in Italia le iniziative per agevolare il rientro dei cervelli, nella consapevolezza che non ci sarà un grande futuro per la Penisola se i giovani più preparati e motivati continuano a espatriare alla ricerca di migliori opportunità di lavoro.
Basta un dato per capire quanto il problema sia cruciale: dal 2012 al 2022, 138mila giovani laureati (25-34 anni) hanno lasciato l’Itali, attirati da migliori opportunità di retribuzione e carriera.
. Una serie di proposte “Per il ritorno dei talenti italiani” è stata presentata lo scorso 9 dicembre a Roma alla Camera dei Deputati dalle associazioni Orizzonte Italia e United Italian Societies h.
“La prima proposta – ha spiegato Guglielmo Santamaria, Managing Director di United Italian Societies – si chiama “Vado e Torno”: si tratta di borse di studio destinate agli studenti meritevoli e con limitate possibilità economiche che desiderano intraprendere percorsi universitari d’eccellenza all’estero, vincolati al ritorno in Italia”.
“Le borse di studio sarebbero destinate – ha aggiunto Niccolò Babbini, Global Head dell’Italian Symposium e direttore presso United Italian Symposium – a studenti le cui famiglie sono al di sotto di un certo ISEE, lo stesso individuato dal Ministro dell’Università per studiare sul territorio italiano. I fondi erogati dal Ministero non coprirebbero solo la retta, ma anche il vitto e alloggio dello studente. Le aziende italiane che parteciperanno al programma potranno pubblicare all’interno di un portale le loro opportunità di lavoro e lo studente, finito il percorso triennale, potrà rientrare in Italia già con un lavoro, portando con sé tutto il bagaglio di conoscenze conseguito all’estero. In alternativa, lo studente può tornare in Italia per proseguire il suo percorso accademico, o ancora, posticipare il suo rientro, continuando a studiare all’estero”.
Ulteriori proposte riguardano la semplificazione del riconoscimento dei titoli di studio esteri, per favorire il rientro di laureati e ricercatori, e gli incentivi fiscali. Sarebbe utile oltre a incentivare l’offerta di personale qualificato, riducendo le tasse per i lavoratori, creare un incentivo a favore dell’azienda che assume un lavoratore che rientra dall’estero, come una riduzione dei contributi a suo carico.
“Le proposte si focalizzano su misure innovative per incentivare lo sviluppo delle competenze d’eccellenza e il ritorno dall’estero dei talenti italiani. Crediamo che il nostro Paese possa fare molto di più per valorizzare il talento italiano che si trova all’estero, sia promuovendone il rientro sia sfruttando meglio il potenziale di chi rimane fuori”, ha sottolineato Giulio Gottardo di Orizzonte Italia, dottorando di economia all’Università di Oxford e research fellow in SDA Bocconi con il PNRR Lab.
Alla fine dello scorso novembre un gruppo di cittadini rientrati in Italia dall’estero (tra di essi ex-parlamentare Massimo Ungaro) ha fondato dal canto suo l’associazione ‘Italia Chiama’ che “aspira a creare una rete tra quelle esperienze che vogliono confrontarsi sul futuro del Paese, chiedendo ai tanti italiani controesodati che si sono affermati in diversi settori un contributo culturale e di idee slegato dal dibattito partitico odierno e con un orizzonte di lungo termine”. “Negli ultimi anni – ha dichiarato Ungaro – abbiamo incentivato il ritorno dei cosiddetti cervelli soprattutto per accelerare il cambiamento culturale di cui ha bisogno il nostro paese per affrontare il futuro. Molti sono tornati non solo per gli sconti fiscali ma anche per dare un contributo, e con Italia Chiama vogliamo metterli in condizione di farlo. Per uscire dalla stretta della crescita anemica e del debito pubblico, all’Italia servono non tanto nuove risorse quanto