
Papa Francesco ha accusato Israele di crudeltà per la guerra a Gaza, dopo essersi chiesto se lo stato ebraico non abbia intrapreso una vera e propria forma di genocidio nei confronti del popolo palestinese.
Di “crudeltà” il pontefice ha parlato lo scorso 21 dicembre prendendo spunto dal fatto che il “ieri sono stati bombardati bambini”. “Questa è crudeltà, questa non è guerra…voglio dirlo perché tocca il cuore”, ha commentato con durezza.
La parola genocidio era stata invece menzionata dal capo della Chiesa Cattolica a metà novembre, in un libro da lui scritto per il Giubileo.
“A detta di alcuni esperti, ciò che sta accadendo a Gaza – ha affermato papa Francesco – ha le caratteristiche di un genocidio. Bisognerebbe indagare con attenzione per determinare se si inquadra nella definizione tecnica formulata da giuristi e organismi internazionali”.
Queste critiche sono state respinte con sdegno dal governo del primo ministro Benjamin Netanyahu.
“Il 7 ottobre 2023 c’è stato un massacro genocida di cittadini israeliani e da allora Israele ha esercitato il proprio diritto di autodifesa contro i tentativi provenienti da sette diversi fronti di uccidere i suoi cittadini. Qualsiasi tentativo di chiamare questa autodifesa con qualsiasi altro nome significa isolare lo Stato ebraico” ha reagito a novembre l’Ambasciata Israeliana presso la Santa Sede.
“Le osservazioni del Papa – ha risposto dal canto suo il ministero degli esteri israeliano alle accuse di crudeltà – sono particolarmente deludenti in quanto sono scollegate dal contesto reale e fattuale della lotta di Israele contro il terrorismo jihadista, una guerra su più fronti che gli è stata imposta a partire dal 7 ottobre. Basta con i due pesi e le due misure e con il prendere di mira lo stato ebraico e del suo popolo”.
I rapporti tra Vaticano e Israele hanno chiaramente conosciuto giorni migliori.
LaRedazione