
A quali mercati può il design “made in Italy” puntare dopo essersi intrufolato ai quattro angoli della Terra grazie alla eccellenza innovativa? Non resta che il cosmo. In futuro le grandi stazioni orbitali, le mega-astronavi e le colonie sulla luna e sui pianeti non avranno forse bisogno di arredi e di esperti per sistemare gli ambienti e garantire un’accettabile qualità della vita?
Il Politecnico di Milano ci lavora dal 2001 e due suoi esperti – Annalisa Dominoni e Benedetto Quaquaro – hanno sviluppato sull’avveniristico tema un progetto multimediale itinerante presentato lo scorso 11 dicembre all’Ambasciata d’Italia a Londra, in occasione della quarta Giornata Nazionale dello Spazio.
La giornata è stata articolata di tre momenti: all’’Istituto Marangoni di Londra i professori Dominoni e Quaquaro hanno tenuto una lecture speciale per gli studenti, dedicata al fondamentale contributo italiano al Design Spaziale e agli innovativi oggetti già realizzati e in via di realizzazione. L’Ambasciata ha poi aperto le sue porte al pubblico per una visita alla mostra itinerante, un percorso di dodici tavole e contenuti multimediali dialoganti tra loro che hanno raccontato l’utilizzo degli oggetti di uso comune in un ambiente estremo come lo spazio. Dopo la visita Dominoni e Quaquaro hanno trasportato i presenti in una vera e propria esplorazione spaziale. Ricollegandosi alle tavole esposte nella mostra, hanno dimostrato come grazie all’eccellenza del design italiano sia concretamente possibile migliorare la qualità della vita e le performance degli astronauti.
Se il ministero dell’Agricolturastudi come pizze, tiramisù e tutti gli altri tradizionali piatti della Penisola potranno essere consumati al meglio in assenza di gravità il capitolo del Design Spaziale è invece finanziato dal ministero degli Esteri che ne evidenzia il “ruolo strategico”.
Per questo campo d’avanguardia l’Italia pensa logicamente di poter dare un contributo importante sulla scia del successo terrestre registrato nel design (“sintesi di creatività e innovazione che agisce come un ponte tra scienza, tecnologia e bellezza”).
Il design per il cosmo proietta l’umanità in un futuro (che a dir la verità non sembra proprio dietro l’angolo…) in cui sarà e possibile vivere su un altro pianeta adattandosi ad ambienti ristretti e adotta gravità in un contesto potenzialmente ostile. Inevitabilmente bisognerà ridefinire la nostra comprensione di comfort e il modo in cui si spende l’esistenza. Ed è qui che entra in gioco il design, chiamato a ottimizzare la qualità di vita dei futuri viaggiatori e coloni del cosmo.
“What does it mean to Design for Space, and what does it involve? What principles guide design to enhance the quality of life and optimize astronauts’ performance?”, si chiedono Annalisa Dominoni and Benedetto Quaquaro, che sono tra i massimi esperti mondiale in Architettura e Design per lo Spazio e sono alla guida del primo corso internazionale di Design Spaziale Space4InspirACTion supportato dall’Agenzia Spaziale Europea (ESA) presso la Scuola del Design del Politecnico di Milano.
Il loro progetto itinerante affronta anche problemi complessi come la produzione di microalghe sulla superficie lunare e la creazione di speciali protesi per estendere e rafforzare la performance dei futuri lavoratori spaziali.
Chi si è perso la presentazione in Ambasciata ma è interessato al tema può andare su Youtube, digitare Design Spaziale Italiano e avere accesso così ad una serie di interessanti video.
LaRedazione