
Un corista anglo-italiano, Luca Zucchi, ha avuto il suo quarto d’ora di celebrità lo scorso 6 dicembre quando a Roma il Sidney Sussex Choir dell’Università di Cambridge, di cui fa parte, si è esibito nel concerto “Radici in canto: musica, ritorno e identità”.
L’altro protagonista del concerto è stato il Coro Gospel dell’Università di Roma Tor Vergata e proprio nell’auditorium di quest’ateneo si è tenuto l’evento, sponsorizzato da Italea, il programma che “mira ad attrarre italiani all’estero e italo-discendenti intenzionati a scoprire i luoghi e le tradizioni delle proprie origini, fornendo un insieme di servizi per agevolare il viaggio in Italia”.
Zucchi è stato portato prepotentemente alla ribalta da Giovanni Maria De Vita, responsabile del progetto sul Turismo delle Radici al Ministero degli Affari Esteri quando ha preso la parola prima del concerto. “Non siamo sorpresi – ha sottolineato De Vita – di trovare un inglese di origine italiana al coro di Cambridge… Gli italodiscendenti “nel mondo sono più di 80 milioni e partecipano attivamente a tutti i settori delle società in cui in cui vivono. Noi siamo molto lieti di aver conosciuto un corista di origine italiana e scoprire insieme a lui quanto è importante il suo essere italiano e quanto sia attaccato al suo Paese”.
È bellissimo cantare in Italia!”, ha da parte sua detto Luca e ha aggiunto: “Sono per metà italiano e vivo a Londra: mio nonno veniva dall’Abruzzo, ma ha vissuto a Roma e poi è emigrato negli anni 60, prima in Sudafrica e poi infine a Londra. La famiglia di mia nonna si chiama Calzecchi Onesti e proviene dalle Marche, anche se lei è cresciuta a Roma e poi è emigrata a Londra. Io vengo quasi due volte all’anno in Italia a visitare i miei parenti: alcuni sono a Roma, un cugino a Ostia. Venire in Italia è bellissimo perché è il paese per me più bello del mondo”.
LaRedazione