L’ordine di Malta ha aperto una rappresentanza ufficiale nel Regno Unito, con a capo l’ex-ambasciatore d’Italia a Londra Pasquale Terracciano che lo scorso 23 ottobre nel corso di un cocktail ha illustrato i molteplici impegni internazionali di un organizzazioni religiosa sovrana con alle spalle un millennio di storia.
“Al momento, la nostra Missione nel Regno Unito è costituita da me e dal Ministro Consigliere Marco Gubitosi, ma contiamo di ampliarla nel prossimo futuro”, ha indicato Terracciano durante il cocktail nell’Ambasciata d’Italia a Londra.
L’Ordine risale alla seconda metà dell’XI secolo, quando alcuni mercanti della repubblica marinara di Amalfi ottennero dal Califfo del Cairo l’autorizzazione a costruire a Gerusalemme un ospedale per l’assistenza ai pellegrini. Nel corso dei secoli la sede dell’Ordine – riconosciuto come ordine religioso laico da papa Pasquale II nel 1113 – si spostò da Gerusalemme a Cipro, Rodi e infine Malta. Dal 1530 al 1798 Malta fu territorio del Sovrano Ordine che dopo le guerre napoleoniche si stabilì a Roma sotto la protezione della Santa Sede e, sollevato da impegni governativi e militari, poté concentrarsi sulla sua missione originaria di assistenza ai poveri e ai malati.
Nonostante la mancanza di un territorio, l’Ordine continua ad essere considerato Ente Sovrano e oggi intrattiene relazioni diplomatiche con 115 Stati e con l’Unione Europea, e ha lo status di osservatore permanente alle Nazioni Unite.
“Da sempre neutrale, imparziale e apolitico, l’Ordine – ha sottolineato Terracciano – è attivo in 130 paesi, prendendosi cura delle persone bisognose attraverso progetti medici, sociali e umanitari. Il suo ampio spettro di progetti sociali fornisce un supporto costante a membri dimenticati o esclusi dalla società, indipendentemente dalla loro nazionalità, razza e religione. È particolarmente impegnato nell’aiutare le persone che vivono nel mezzo di conflitti armati e disastri naturali”.
Molto attivo in Medioriente, l’Ordine ha consegnato cibo e altri beni di prima necessità a Gaza City e nella parte settentrionale della Striscia, in collaborazione con il Patriarcato Latino di Gerusalemme e la Caritas. Mantiene inoltre una presenza a Betlemme, principalmente attraverso l’Ospedale della Sacra Famiglia, nonostante le difficoltà economiche e sociali causate dall’interruzione dei trasporti.
