Tutti noi “Italiani d’Inghilterra” abbiamo sofferto l’uscita dall’Unione europea. Siamo stati parte dei “Three Millions” che hanno chiesto ed ottenuto di essere riconosciuti come residenti permanenti di questo Paese, per scoprire poi che come Europei in Gran Bretagna eravamo il doppio di quei tre milioni.
Abbiamo tutti visto con sconcerto il risultato del referendum 2016 dividere la società britannica e terremotare la politica, con le convulsioni dei Conservatori e Premier a scadenza ravvicinata come mai in passato. Da cinque anni poi i nostri giovani si sono visti quasi precluso l’accesso a Università diventate carissime e a posti di lavoro soggetti a visti costosi e laboriosi.
Abbiamo tutti visto con interesse i Laburisti promettere nel Manifesto elettorale 2024 il “reset” con l’Unione europea. Poi ancora lunghi mesi senza segnali chiari, Starmer & Co. inchiodati dalle linee rosse da loro stessi proclamate: No al rientro nell’Unione europea e nemmeno nel mercato unico o nell’unione doganale. No al ritorno alla libera circolazione delle persone.
Ancora all’inizio di quest’ anno il Regno Unito visto dall’Italia sembrava distante, con un ruolo internazionale incerto, quasi disperso tra le nebbie della Manica. Il ciclone Trump lo ha invece riavvicinato al resto d’Europa, spingendo anche il titubante Starmer ad iniziative più energiche e riconoscibili, soprattutto in campo di difesa e sicurezza. Assieme a Macron ha preso la guida di una ancora nebulosa ma strategica coalizione di Paesi “volenterosi”.
Di fronte ad uno scenario internazionale ad alto rischio Londra riscopre insomma interessi e valori comuni con i partner europei. Un ritorno che interessa molto anche l’Italia, soprattutto i nostri giovani.
Per capire questi sviluppi occorre però ripercorrere il decennio appena trascorso: dalla Brexit al “reset” verso l’Europa, dalla fine del lungo regno di Elisabetta al nuovo corso di re Carlo. Il modo migliore per farlo è compiere un viaggio nei luoghi dove si prendono le decisioni che cambiano la storia. Questo viaggio è possibile ora compierlo con l’ultimo libro di Marco Varvello, giornalista, fino al giugno 2025 responsabile dell’ufficio di corrispondenza Rai per il Regno Unito. “Londra, i luoghi del potere”.
Ogni capitolo del volume fresco di stampa è così una tappa nell’affascinante metropoli inglese che spiega le tendenze in atto nel Paese: palazzi come Westminster e Downing Street per indagare la fine dell’era dei conservatori e il ritorno al potere dei laburisti. Buckingham Palace per raccontare la svolta dei Windsor. L’ambasciata americana per approfondire il rapporto con la presidenza Trump e il dilemma di porsi tra Washington e Bruxelles. Quartieri come l’East End, aree della grande immigrazione e di un clima sociale difficile. Kentish Town, la «nuova Islington» dei laburisti…
In ogni caso per la Gran Bretagna è una fase di ripartenza sia sul versante politico sia istituzionale. Il nuovo sovrano ha fatto della sua malattia un segno di vicinanza a tutti i sudditi, all’unisono con la futura regina Catherine, consorte del principe William. Tra tabloid e social network la famiglia reale resta un capitolo importante per spiegare la nuova fase della vita britannica, raccontata in questo libro da uno dei volti più noti della Rai.
Corrispondente a Londra per otto anni in un primo periodo, per oltre 11 anni nel secondo, con un intermezzo di altri 8 a Berlino, Varvello ha potuto seguire e raccontare nei suoi reportage i due volti dell’Europa: il lato più euroscettico visto da Londra, quello più coinvolto nel progetto comunitario visto dalla Germania. Unendo i due periodi inglesi Varvello ha raccontato il Regno Unito per quasi vent’anni, e in “Londra, i luoghi del potere” rievoca un decennio che ha cambiato il volto della Gran Bretagna: i “dieci anni che sconvolsero il Regno”, per parafrasare un celeberrimo reportage sulla Rivoluzione bolscevica.
Lo storico corrispondente Rai ha presentato il suo ultimo libro lo scorso 21 maggio all’Ambasciata d’Italia a Londra nell’ambito di una conversazione dell’autore con Deborah Bonetti, direttrice della Foreign Press Association, Nicol Degli Innocenti, corrispondente de Il Sole 24 Ore e Bill Emmott, chairman dell’International Institute for Strategic Studies ed ex-direttore dell’Economist.
“Con la sua lunga esperienza e profonda conoscenza del panorama politico e sociale britannico, lo scrittore – ha dichiarato all’evento il Vice Ambasciatore Riccardo Smimmo – ci offre un ritratto incisivo e dettagliato di questa città, fulcro di storia, potere e dinamiche complesse, che interessano non solo il Regno Unito – ma, nel contesto globalizzato in cui viviamo – influenzano l’Europa e il mondo nel suo insieme. Il libro ci conduce in un viaggio attraverso i simboli, le istituzioni e i protagonisti della capitale inglese, offrendoci chiavi di lettura per comprendere meglio le sfide e le opportunità che Londra rappresenta, oggi più che mai, nel contesto internazionale”.
Il giornalista ha avuto modo di parlare del suo libro (“Il ritorno del Regno Unito
tra i protagonisti delle sfide globali”, il sottotitolo) anche al Pembroke College di Cambridge il 6 giugno in compagnia di Francesco Bongarrà, Direttore dell’Istituto italiano di Cultura di Londra.