Tra incontri con fantasmi, messaggi misteriosi e inspiegabili omicidi, i parchi di Londra sono pieni di ombre che hanno affascinato scrittori, giornalisti e registi del cinema. Basti pensare a uno dei più celebri film di Michelangelo Antonioni che nel 1965 girò una delle sue opere più famose, Blow Up. Il protagonista è un fotografo che scatta un’immagine in un parco londinese perfettamente tranquillo. Durante lo sviluppo della pellicola scopre che qualcosa non quadra. C’è o no quello che sembra un cadavere? Quella coppia si sta baciando o sta commettendo un assassinio?
Ero già a Londra quando Antonioni lavorava al film. Risiedeva al Savoy Hotel dove all’epoca facevo una sorta di apprendistato che nella mia fantasia sessantottina prospettava una carriera giramondo avventurosa e chic. Gli chiesi un ruolo di comparsa perché adoravo i suoi film. Rispose molto gentilmente che tutto ciò che gli serviva era un parco. Pensai che mi stesse prendendo in giro per disfarsi pazientemente di un aspirante attore. Devo essere tra i pochi a sapere che il parco dove girò quella famosa scena del fotografo che incappa in un inspiegabile delitto non è Hyde Park o Regent’s Park, come tanti pensano, ma Maryon Park, oscuro e nascosto anche ai londinesi.
Ho ripensato a questo episodio l’altra mattina quando nel parco di Hampstead ho visto su un albero una scritta in vernice blu’. Più che di albero si tratta di un vecchio tronco lasciato lì di proposito. Gesto di rispetto verso la natura e il ciclo della vita. Cosa diceva il messaggio scritto durante la notte a giudicare dalla vernice fresca? CARABINIER. ENRICO. LIAR. Ogni parola in colonna impressa sul legno nudo senza più corteccia. Che ci fa una scritta di sapore così italiano in un parco di Londra?
Professione. Identità. Giudizio. Corre la fantasia su chi possa aver deciso di mandare un messaggio visualmente così impattante con connotazione aggressiva. Di certo un autore inglese, dato l’uso di bugiardo in quella lingua. Ma perché esplicitare questa accusa in un luogo pubblico, parte di una storia che nessuno potrà mai capire? Questo Enrico deve essere regolare passante di quel tratto perché il messaggio è concepito per colpirlo mentre cammina. A scanso di malintesi, essendo il parco di Hampstead noto per del cruising gay, la scritta è apparsa ad Hampstead Heath, perfettamente straight.
Non è finita qui. Passato un giorno, gli addetti al parco hanno cancellato la scritta lasciando solo tracce di vernice. Poi ecco un altro messaggio sullo stesso sul tronco. Un guanto. Da uomo. Sporco. Logoro. Si direbbe un seguito al primo messaggio con l’autore che dice: “Mi hanno cancellato la scritta, ma ti sfido comunque”. Oppure potrebbe trattarsi di un Enrico duellante che di rimando indica: “non riprovarci a sputtanarmi…corri dei guai”. La vera storia la sanno solo Enrico e X. Se ci sono fantasmi nel parco, a meno che non siano italiani, si stanno sicuramente interrogando sul termine “carabinier”. Ma che vuol dire?
Alfio Bernabei