
Le Piante Officinali a cura di Costanza Vascotto
Da orticultrice ho una simpatia particolare per le piante officinali perché, considerato il mio percorso di studi universitari che mi ha portato alla specializzazione in biologia delle piante, ho avuto l’occasione di approfondire le proprietà di queste piante -non sempre conosciute nei dettagli- che hanno varie applicazioni nelle realtà alimentare, cosmetica, terapeutica.
Nome scientifico: Centaurium erythraea Rafn, 1800
Sinonimi: Centarium minus, Erythraea centaurum Pers, Gentiana eentaurium L.
Nome comune: Centaurea minore
Nome popolare: cacciafebbre, erba china, granella, santaurea
Famiglia botanica: Gentianaceae
Pianta erbacea annuale, biennale, dal portamento eretto e cespuglioso, che può raggiungere un’altezza compresa tra i 10 e i 50 cm, raramente fino a 70 cm. La centaurea minore può variare nel colore dei fiori, nelle dimensioni e nella ramificazione a seconda delle condizioni climatiche e del tipo di terreno. Ne esistono diverse sottospecie che si differenziano nelle foglie, nei fiori ed anche nel fusto. In Italia la più diffusa è Centaurium erythraea Rafn subsp. Erythraea.
Centaurium erythraea è dotata di un fittone (apparato radicale centrale) sottile ma profondo, che le consente di sopravvivere anche in terreni poveri ed aridi. I suoi fusti -sottili, eretti e glabri- sono tetragoni (a quattro spigoli) e risultano molto ramificati nella parte superiore, con i rami ravvicinati tra loro. Un elemento distintivo della pianta è la disposizione a rosetta delle foglie basali, di un colore verde chiaro e dalla forma ovato-appuntita, simile a quella di altre specie appartenenti alla stessa famiglia botanica. Le foglie cauline, ovvero quelle presenti lungo il fusto, sono invece piccole, strette e sessili. In generale, tutte le foglie si presentano glabre e con un margine intero. Da maggio a settembre, questa pianta produce piccoli fiori dal colore variabile: dal rosa pallido a tonalità più intense, fino al lilla, e raramente al bianco. Si tratta di fiori dall’aspetto delicato, con una profumazione non particolarmente intensa, ma comunque in grado di attirare numerosi insetti impollinatori grazie ai colori vivaci e alla presenza di nettare. I frutti sono delle capsule contenenti piccoli semi scuri, che fuoriescono a maturità.
Origine. La centaurea minore è una specie eurasiatica, diffusa in tutta Europa (Italia compresa), in Asia Occidentale e nel Nord Africa. Si è perfino naturalizzata in Australia ed in America Settentrionale.
Habitat. Cresce molto bene a partire dalle zone costiere fino a quelle submontane, prediligendo luoghi soleggiati e terreni asciutti, anche poveri o calcarei. Colonizza facilmente prati aridi e campi sfalciati, margini dei boschi, pascoli magri e terreni abbandonati.
Parti usate. Le sommità fiorite vengono principalmente impiegate in fitoterapia. Nel periodo di massima fioritura (maggio-luglio), si procede al taglio della pianta a pochi centimetri da terra. Successivamente, la pianta – comprese le sue sommità fiorite – viene fatta essiccare all’ombra. Una volta essiccata, dopo circa un paio di settimane, viene conservata in recipienti ermetici, al riparo dalla luce e dall’umidità, per preservare i principi attivi, particolarmente sensibili.
Principi attivi. La centaurea minore, in particolare le sue sommità fiorite, è tra le piante più ricche di sostanze amare, soprattutto secoiridoidi come il gentiopicroside. Contiene inoltre flavonoidi, tracce di alcaloidi (come la genzianina), oli essenziali, acido caffeico, xantoni e tannini.
Proprietà ed usi. Centaurium erythraea è considerata una pianta medicinale tradizionalmente utilizzata come rimedio febbrifugo, cicatrizzante ed amaro-tonico. Già nota in epoca antica, veniva impiegata per trattare i disturbi dello stomaco, le febbri intermittenti e come tonico generale per l’organismo indebolito. Gli antichi romani l’avevano soprannominata “fiele della terra” per il suo gusto molto amaro. Le sostanze amare sono responsabili dell’effetto amaricante ovvero stimolano i recettori del gusto e, per riflesso, aumentano la secrezione dei succhi gastrici e biliari. Più precisamente, questo meccanismo favorisce la digestione, attenua il senso di pesantezza post-prandiale (dopo i pasti) e contribuisce a stimolare l’appetito, risultando utile in tutti quei disturbi gastrici legati all’atonia gastrointestinale (ridotta motilità intestinale). Questa condizione si manifesta non solo con difficoltà digestive, ma anche con inappetenza, dispepsia dolorosa accompagnata da meteorismo ed insufficienza epatica. Quindi, la centaurea comune esercita proprietà antinfiammatorie, aperitive, carminative, depurative, digestive, epatoprotettrici e febbrifughe. A contribuire a questi effetti non sono solo le sostanze amare, ma l’attività sinergica di tutti i suoi componenti. Per esempio, i flavonoidi e i xantoni svolgono un’azione antiossidante, gli alcaloidi conferiscono un blando effetto tonico-stimolante, gli oli essenziali apportano proprietà aromatiche e antispasmodiche mentre i tannini le attribuiscono proprietà astringenti e lievemente antinfiammatorie.
In fitoterapia si possono preparare decotti, infusioni od una tintura madre dalle sommità fiorite ed essiccate. Per esempio, si possono preparare degli infusi dalla funzione digestiva. Si può versare 1g delle sommità fiorite in 100 ml d’acqua bollente. Poi, si spegne il fuoco e si lascia in infusione per circa 5 minuti. Si consiglia di bere una tazza di questo infuso dopo i pasti.
Controindicazioni. Questa pianta è sconsigliata alle donne in gravidanza o in allattamento. Anche i soggetti affetti da ulcera peptica o gastrite acuta dovrebbero evitarla. Inoltre, non è da assumerla in caso di ipersensibilità ai principi attivi.
Curiosità. Il nome latino del genere Centaurium ha origini riconducibili al centauro Chirone, figura mitologica greca legata al mondo della medicazione e delle erbe officinali, di cui era un profondo conoscitore. Secondo la leggenda, Chirone si servì di questa pianta per curare una ferita al piede, inflittagli per errore da Ercole, che lo aveva colpito con una freccia avvelenata dal sangue dell’Idra di Lernai. Il termine erythraea, invece, deriva dal greco erythros, che significa “rosso”, e si riferisce al colore rosato o rossastro dei suoi piccoli fiori. La centaurea minore è anche uno dei 38 rimedi floreali scoperti da Edward Bach, il quale osservò che, in natura, questa pianta tende a farsi “soffocare” dalle altre, come se avesse timore di reclamare spazio per sé. I suoi fiori, inoltre, si aprono solo in condizioni favorevoli (come alla luce del sole). Per questo motivo, Bach la associò alle persone eccessivamente servizievoli o incapaci di dire “no”.