
Il suo nuovo romanzo l’ha dedicato ai suoi amici russi: “Con l’augurio che un giorno possano essere liberi”. Per sette anni corrispondente del quotidiano “La Repubblica” a Mosca e poi per un periodo ancora più lungo a Londra, Enrico Franceschini ritorna in libreria con un thriller di fantapolitica: “Le notti di Mosca”.
Siamo nell’autunno del 1999 e mancano pochi mesi da quel fatidico fine anno quando Boris Ieltsin si dimette e lascia la presidenza a Vladimir Putin. Sul finire del secolo e del millennio, Selina Masdaev perde il marito e i figli in Cecenia, trucidati dai soldati della Russia post-comunista in una guerra che da anni insanguina le montagne del Caucaso. Negli stessi giorni, in Inghilterra, Jack McLean perde il figlio, vittima collaterale di un attentato contro un avvocato che sa troppe cose sulla corruzione dei nuovi ricchi russi. Lei reagisce arruolandosi nelle «vedove nere», formazione di ribelli cecene pronte a immolarsi per l’indipendenza della propria terra. Lui si dimette dalle Sas, leggendarie truppe di élite dell’esercito britannico, determinato a scoprire il mandante dell’attacco in cui è morto il suo bambino.
Con l’aiuto di Marco Bassani, un giornalista arrivato in Cecenia per un reportage e rimastoci per sfuggire alle accuse emerse sul suo conto in Italia, il destino porta questi due angeli vendicatori ad allearsi in una sfida contro i poteri occulti che da Mosca stendono una ragnatela di affari in tutta Europa. Il petrolio è il filo sottile che da Grozny, «La Terribile», com’è chiamata la capitale cecena, conduce fino alle cupole del Cremlino, passando per gli uffici sul Tamigi degli 007 di Sua Maestà, per gli studi legali della City e gli chalet di Courchevel, lussuosa località sciistica delle Alpi francesi, prediletta dagli oligarchi russi.
Una feroce volontà di avere giustizia accomuna la vedova ribelle e l’ex commando. Ma da un cieco desiderio di vendetta può nascere l’amore. E una «questione privata» può cambiare il corso della storia. Il thriller di Franceschini sugli intrighi, sui misteri e sulle occasioni perdute della nuova Russia è pubblicato da Baldini + Castoldi.
“Ho conosciuto bene la Russia – ha spiegato il giornalista scrittore in un’intervista – vivendoci per sette anni come giornalista, girandola in lungo e in largo, continuando a seguirne le vicende per tutta la vita. Ho intervistato Mikhail Gorbaciov, l’uomo della Perestroika, e Boris Eltsin. Poi quando mi sono trasferito a Londra, la Russia in qualche modo mi ha seguito, visto che mi sono ritrovato in una città dove si erano trasferiti 200mila russi, quasi tutti miliardari. Questi sono gli ingredienti che ho mescolato per scrivere l’intreccio, con un innesco che è stato la guerra in Ucraina. Ho voluto immaginare che la storia potesse andare diversamente, che quella fragile democrazia post-comunista non fosse finita di nuovo sotto il giogo della dittatura”.
“Alcuni dei fatti e personaggi sono reali o ispirati alla realtà – continua l’autore – tra questi il ministro della difesa Vladimir Vladimirovic Volkov, dietro al quale non è difficile riconoscere l’attuale capo del Cremlino, Vladimir Vladimirovic Putin. In qualche modo cerco di dar vita sulla pagina a una Russia lontana da quella di oggi, a partire dal destino diverso per Boris Nemtsov”.
LaRedazione