Per la prima volta nella storia della repubblica italiana un ministero si è dotato di un cappellano. Lo ha fatto quello degli Esteri, per “dare conforto a tutti i dipendenti a prescindere dal proprio credo”.
Don Marco Malizia è stato cooptato lo scorso novembre come “consigliere ecclesiastico” dal ministro degli Esteri Antonio Tajani, con un’iniziativa aspramente criticata dal sindacato Cgil. Gli hanno fornito un ufficio ma l’incarico risulta a titolo gratuito, a quanto ha scritto il quotidiano romano “Il Messaggero” che per primo ne ha dato notizia.
Don Malizia è un cappellano militare, canonico della basilica del Pantheon, e si occupa anche dei cristiani perseguitati nel mondo. Per il nuovo incarico gli è stato richiesto di “favorire la promozione dei valori di solidarietà, rispetto e dialogo, attraverso l’ascolto e il conforto per tutti i dipendenti, a prescindere dal proprio credo”.
Sindacato di sinistra storicamente legato al defunto partito comunista, la Cgil ha espresso in un volantino “un certo stupore” quando ha appreso della nomina di “un cappellano magico” a beneficio delle “anime smarrite che si aggirano per i corridoi della Farnesina” e si è domandato con ironia altrettanto pesante a quando “la nomina di aruspici e àuguri”. Nell’antichità gli aruspici erano i sacerdoti che si occupavano di esaminare le viscere delle persone sacrificate agli Dei mentre gli àuguri erano esperti in divinazione.