
Visita-lampo di Giorgia Meloni a Londra: la premier italiana era lo scorso 2 marzo nella capitale UK per un vertice sull’Ucraina organizzato in fretta e furia dal primo ministro britannico Keir Starmer nel timore che il presidente americano Donald Trump sia pronto a sacrificare l’Ucraina e la sicurezza europea pur di ritornare a far business con la Russia di Vladimir Putin.
Prima del vertice a Lancaster House Giorgia Meloni ha incontrato Starmer a Downing Street e poi Zelensky, ormai inviso alla Casa Bianca dopo il clamoroso litigio di fine febbraio con Trump nella Casa Bianca a telecamere aperte.
Starmer e la premier italiana hanno definito “eccezionale” la partnership tra i loro due Paesi, confermato “l’impegno comune per la ricerca di una pace giusta e duratura” in Ucraina nel quadro dell’”importante unità euroatlantica” e si sono detti solidali nel contrasto alla migrazione irregolare e nello sviluppo di un nuovo caccia militare assieme al Giappone.
Nel tentativo di salvare capra e cavoli (rimanere ancorata all’Europa e allo stesso tempo preservare un rapporto privilegiato con Trump) la Meloni ha confermato a Zelensky “il sostegno dell’Italia all’Ucraina e al suo popolo” sgattaiolando sulla sceneggiata con Trump. “Sono molto dispiaciuta di quello che è accaduto, non è utile in questa fase lasciarsi andare alle tifoserie”, ha tagliato corto.
Ma i Paesi del Vecchio Continente possono ancora contare sulla “protezione” americana? E riusciranno a ridurre Trump a più miti consigli e a darsi un proprio dispositivo di difesa investendo in un massiccio riarmo? Di questo si è discusso al vertice a Lancaster House, presente un po’ tutto il gotha politico europeo.
Uniche due potenze nucleari del Vecchio Continente, Francia e Regno Unito hanno messo a punto con l’Ucraina un piano di pace da sottoporre a Trump: propongono di cominciare con un mese di tregua e si dicono pronti a inviare proprie truppe come garanzia di pace. Una fuga in avanti che non piace a Giorgia Meloni, “perplessa” all’invio di truppe europee in Ucraina e convinta che va fatto anche l’impossibile per salvaguardare l’asse euroatlantico con il suo amico Trump. Per lei sarebbe quindi auspicabile “un incontro per parlarci in modo franco” tra Europa e Stati Uniti in tempi rapidi.
LaRedazione