
Nel sito di Cibosano, la compagnia di import enogastronomico dall’Italia fondata nel 2003 in UK da Totuccio Castiglione, sono riportate alcune famose parole della scrittrice Virginia Woolf: “One cannot think well, love well, sleep well, if one has not dined well”. Far mangiar bene proponendo nel Regno Unito il top della qualità italiana è proprio la missione rivendicata dal siciliano Totuccio, nato 62 anni fa a Mussomeli in provincia di Caltanisetta. L’abbiamo intervistato per sapere come questa “missione” procede.
Partiamo un po’ degli inizi: quando sei arrivato a Londra e come è cominciata?
Sono arrivato nel 1977 con i miei dalla Sicilia per il fidanzamento di mio fratello e qui siamo rimasti
Quindi giovanissimo, avevi 15 anni circa?
Sì, infatti, mi sono iscritto a scuola qui e subito dopo la fine della high school ho iniziato a lavorare. Dapprima nella ristorazione, precisamente in cucina come lavapiatti, ho capito subito che non faceva per me e così ho iniziato a fare attività di vendita per guadagnare qualche soldo e sono entrato in collaborazione con una delle azienda piu importati a quei tempi; Pietro Negroni Ltd, proprietà della vecchia Negroni spa di Cremona.
Da qui è iniziata la tua esperienza nel mondo dell’italian food?
Ho lavorato con loro 9 anni fino a quando non hanno venduto a Philip Morris. Ho proseguito per altri due anni ma era troppo global management oriented, si perdeva la dimensione tipica dell’azienda familiare e artigianale
Sono stati loro quindi i tuoi maestri?
Sì; perché ho conosciuto il lavoro in tutto il processo e questo mi ha reso un esperto del prodotto e non solo. In seguito, mi sono messo in proprio come agente e vista le mie skill nel mondo salume ho iniziato come plurimandatario ma in particolare con un produttore di salumi
Invece Cibosano quando nasce?
Nel 2003, sempre con la filosofia dell’alta qualità appresa cresciuto con aziende importanti, l’idea era ormai ben chiara nella mia mente: made in Italy di eccellenza. Il nome coniuga infatti i due concetti di alimentazione e salute in sintonia con l’evoluzione del consumatore di inizio millennio
Hai colto i cambiamenti in corso?
Volevo mantenere il concetto di genuinità alimentare in contrasto con la sempre più presente manipolazione industriale. Sono partito come broker intermediario e poi ho costituito la Srl così da diventare un vero e proprio distributore. Tra le prime partnership c’è stata la Leoncini Salumi di Lazise sul lago di Garda. Poche aziende super selezionate.
Coprivi tutto il UK?
Arrivavo già in Scozia e quindi ho voluto continuare a seguire i clienti che già avevo su tutto il territorio, motivo per cui oggi abbiamo due sedi la principale in Hertfordshire e quella in Scozia
Che tipo di struttura hai?
La sede principale ha uffici e un magazzino di 800 mq con 8 furgoni per la distribuzione diretta (iniziata nel 2008). Dei 30 collaboratori 25 sono in questa mentre gli altri 5 sono in Scozia e per il resto del UK ci avvaliamo dei corrieri espressi. Abbiamo una clientela molto numerosa nella vendita al dettaglio e nell’industria dell’ospitalità’…Con il covid abbiamo iniziato a distribuire categorie che non tenevamo, il secco ad esempio.
Chi è il tuo cliente ideale?
Ammesso che esista è un negozio che offre l’essenza della qualità del cibo e della tradizione italiana. Forse Cibosano è l’unica azienda che ha una così vasta gamma di categorie di clienti accomunati dalla filosofia dell’italianità che ci contraddistingue. Anche perché ormai il mercato è invaso da cucine di altre culture, il mio concorrente vero è quello.
Hai tanti produttori che ti cercano dall’Italia?
Sì, e in particolare negli ultimi anni, da dopo il brexit perché l’importazione deve rispondere a norme più stringenti. Quindi noi siamo gli interlocutori ideali.
La Brexit ha facilitato o peggiorato la tua attività?
Dal punto di vista logistico peggiorato, dal punto di vista concorrenziale migliorato, perché c’era molta importazione parallela, ed è servita a fare selezione
Cibosano azienda sana?
Siamo un’azienda sana, seria con un buon fatturato e sinceramente è andata molto oltre le aspettative. Non pretendo di essere il più grande importatore ma il più importante; per i clienti collaborare con noi deve avere un significato.
Si sente tanta passione in quello che dici, e si capisce che hai avuto degli ottimi maestri
È una passione sincera, non è scena credimi anche se qualcuno potrebbe pensarlo. La Negroni sicuramente per me un maestro lo è stato, perché mi ha fatto diventare una persona molto competente, perlomeno del prodotto salume ma in generale per la cultura del lavoro che ho assimilato.
Hai un consiglio in particolare che segui da sempre?
Standard alti ed equilibrio nelle politiche commerciali

Lavori tanto?
Tutta la settimana e quando serve, anche il sabato che è il giorno in cui mi posso dedicare al lavoro con tranquillità perché seguo le attività che non riesco a seguire quando ci sono gli altri, tuttavia lavorare mi diverte anche se ovviamente non disdegno il guadagno ma ho proprio voglia di farlo, mi piace condividere e ascoltare i miei collaboratori. Siamo un bel team.
E lavoro a parte?
Adoro le vacanze, in particolare nei paesi caldi, nella mia Sicilia e altre zone del sud
In Italia vai spesso?
Al di là delle vacanze sì, anche per lavoro. Vado a conoscere nuovi produttori o a presentarli ai miei clienti, oppure per le fiere.
Quindi viaggi tanto?
Si, in Italia andavo almeno una volta al mese in precedenza, oggi una ogni due.
Hai una casa in Sicilia?
No. Preferisco andare in albergo e far fare le vacanze come si deve a me e mia moglie. Una puntatina a Dubai non la disdegno…
Perché uno va in vacanza a Dubai?
Perché è un po’ diversa dal solito, anche se la mia Sicilia non la mollo
La Sicilia non ha concorrenti, lo dice un padovano. E della tua famiglia cosa mi dici Totuccio?
Mia moglie Lucia è nata in UK, figlia d’italiani. Ho tre figli e 4 nipotini. Due dei miei figli, Antonio e Carmelina, sono in azienda nella logistica e nelle Risorse Umane mentre Sofia fa la make-up artist nel mondo della moda e cinema.
Adesso ti faccio la mia domanda di rito; c’è una domanda che avresti voluto sentirti fare?
Caspita, che dire?
Devi sapere che mi diverto troppo a farla
Beh, potrebbe essere che futuro vedi nella tua azienda
Allora te la faccio
Continuare per questa strada cercando di migliorare nella logica di diventare il più importante e non il più grande
Se sei d’accordo finirei così l’intervista
Va bene e mi raccomando: scrivi anche cose positive
Andrea Campagnolo