Povero Donald Trump: non aveva nascosto quanto gli piacerebbe essere Papa, al punto da ricorrere all’intelligenza artificiale per creare una controversa foto di lui in paramenti pontificali con una grande croce d’oro al collo ma purtroppo dallo scorso 8 maggio, da quando il suo connazionale Robert Francis Prevost è salito sul trono di San Pietro, non è più l’unico nordamericano davvero importante e ingombrante sulla scena geo-politica internazionale.
Le ambizioni papali del presidente statunitense sono venute a galla dopo la morte di Papa Francesco quando i giornalisti gli hanno chiesto chi avrebbe voluto come successore: “Vorrei essere Papa. Sarebbe la mia prima scelta”, ha scherzato Trump (che non è nemmeno cattolico). Pressato, ha espresso una preferenza per il cardinale di New York Timothy Dolan, che ha fama di ultra-conservatore e gli è quindi politicamente affine ma ha preso le distanze dall’immagine (sacrilega?) del presidente Usa in panni papali.
In conclave i 132 cardinali non solo hanno ignorato la preferenza del potente e imprevedibile capo della Casa Bianca per Dolan ma hanno fatto Papa un cardinale subito etichettato come l’Anti-Trump per la sua visione del mondo.