Ricordate i sorrisi delle famose fotomodelle degli Anni ’90? Naomi Campbell, Cindy Crawford e Claudia Schiffer, per citare le più rinomate? Probabilmente no. Facevano tanto ‘Anni Novanta’ e con il loro ritiro è scemato fino a scomparire anche il sorriso in passerella, dando invece esca al look della ‘controllata sofferenza’…
Da allora, come hanno fatto notare in molti, domina la cupezza. Le modelle professionali sorridono il meno possibile — paiono tutte di stare pensando a un difficile appunto con il dentista dopo — non tanto per dimostrare che la fashion sia una cosa seria, quanto perché, a un certo punto, le case di moda si sono convinte che i potenziali clienti guardassero più ai ‘personaggi’ che ai vestiti che portavano e allora alle modelle è stato chiesto di ‘abbassare la fiamma’…
E facile sottovalutare l’industria della moda, ma la fashion è invece molto importante, al punto che, per l’anno in corso, le proiezioni parlano di vendite globali sull’ordine di US$880,91 miliardi. Si va, in somma, per il ‘trilione’ di dollari l’anno. Una misura meno allegra dell’impatto del settore viene dalla Banca Mondiale che calcolò già nel 2019 che la fashion fosse allora responsabile del 10% delle emissioni inquinanti di carbonio sul pianeta, più di tutta l’aviazione e le spedizioni marittime messe insieme…
Ma l’impatto della comunicazione della moda va oltre l’ecologico o il ‘meramente’ economico. Influisce anche sulle persone normali che assorbano aspetti della maniera di porsi delle modelle. Quando le modelle hanno cominciato a sorridere di meno, anche il pubblico ha fatto altrettanto, come hanno dimostrato delle analisi delle foto personali che appaiono su Facebook, sempre più ‘moggie’. Ci sono però indicazioni che il sorriso tenti timidamente di riaffacciarsi, che il fondo sia stato toccato. Anche la cupezza ha un limite, come si vede nell’immagine qui sopra — del fotografo T. Leish per Pexels. Che altro si deve fare con la ‘coppia felice’? Metterla nella bara? Siamo a ‘peak tristezza’ e in mancanza d’altro si deve tornare al sorriso prima o poi…
James Hansen