Non era nella rosa dei papabili (nel mondo delle scommesse era dato a 50 volte la posta) ma a sorpresa eccolo: come successore di Papa Francesco il Conclave ha scelto in sole quattro votazioni il cardinale Robert Francis Prevost, nato a Chicago 69 anni fa e diventato lo scorso 8 maggio Leone XIV. Un evento storico: mai prima d’ora la Chiesa Cattolica ha avuto un pontefice “yankee”, per giunta con laurea in Matematica.
Nel suo primo discorso da Papa, Prevost – forgiato da una lunga attività missionaria in terre remote del Perù ma altresì portatore di esperienze “manageriali” al vertice dell’Ordine di San Agostino e come presidente della Pontificia Commissione per l’America Latina e prefetto del Dicastero per i Vescovi – ha auspicato una “pace disarmata e disarmante”, ha assicurato che “il male non prevarra’” e ha lanciato un appello al quasi miliardo e mezzo di cattolici sparsi per il mondo: “Aiutateci anche voi a costruire i ponti con il dialogo e con l’incontro, per essere un solo popolo, per essere in pace”. Parole in continuità con il defunto Papa Bergoglio, malgrado Leone XIV ne sembri molto lontano per carattere, formazione intellettuale e anche per visione del mondo.
Il futuro Leone XIV nasce a Chicago il 14 settembre 1955, nell’Illinois, da Louis Marius Prevost, di origini francesi e italiane, e Mildred Martínez, di origini creolo-spagnole. Ha due fratelli più grandi, Louis Martín e John Joseph che raccontano di come il piccolo Robert – rampollo di una famiglia molto religiosa – amasse molto giocare al prete che dice messa pregando in latino. Trascorre l’infanzia e l’adolescenza negli Stati Uniti, studiando prima nel Seminario minore dei Padri Agostiniani e poi, alla Villanova University, in Pennsylvania, dove, nel 1977, si laurea in Matematica.

Sempre nel 1977 entra nel noviziato dell’Ordine di Sant’Agostino a Saint Louis (Missouri), diventa sacerdote nel 1982 e dopo una seconda laurea (stavolta in teologia) viene mandato a Roma per approfondire gli studi in diritto canonico alla Pontificia Università San Tommaso d’Aquino.
Dopo gli studi nella Città Eterna segue un intenso periodo di lavoro sul campo con destinazione in Perù dove ricopre svariati ruoli a diretto contatto con popolazioni povere e poco istruite e si impone come un punto di riferimento essenziale per la chiesa cattolica in quel paese sudamericano. Allo stesso tempo fa carriera nell’Ordine di San Agostino diventandone per oltre un decennio (fino al 2013) priore generale.
Secondo vicepresidente del Conferenza episcopale peruviana per cinque anni a partire dal 2018, Roberrt Francis Prevost fa un grosso salto di carriera quando nel 2023 Papa Francesco lo nomina presidente della Pontificia Commissione per l’America Latina e prefetto del Dicastero per i Vescovi, quello da cui dipende la scelta dei vescovi in tutto il mondo. Il 30 settembre 2023 è fatto cardinale e lo scorso 7 maggio può quindi entrare in Conclave ed essere proiettato sul trono di San Pietro come 267esimo Papa nella storia bimillenaria della Chiesa Cattolica.
Appassionato di tennis (tanto che uno dei suoi primi incontri da numero uno del Vaticano è stato con il numero uno del Tennis Jannik Sinner…) , tifoso della Roma calcio, Leone XIV parla correntemente quattro lingue (inglese, spagnolo, portoghese e italiano), ha una buona conoscenza del francese e nel complesso sembra avere le doti per limitare se non ricomporre l’aspro scontro in corso tra innovatori e conservatori all’interno della Chiesa (inasprito dal “progressista” Papa Francesco) e di sicuro – benché’ in passato abbia votato alle primarie repubblicane e abbia un fratello trumpiano sfegatato – non condivide molte delle politiche dell’attuale amministrazione americana, incominciando da quelle per il drastico contenimento dell’immigrazione clandestina. A riprova di questa dissonanza ha avuto poche settimane prima dell’elezione a Papa un pubblico battibecco con il vicepresidente Usa J D Vance sulle dinamiche dell’amore per il prossimo. Tanto è bastato perché’ fosse subito etichettato come una specie di Anti-Trump. Qualche vaticanista si è spinto fino a chiedersi se non sia stato eletto anche per fare da forte contr’altare al capo della Casa Bianca.

Di sicuro il nome che si è dato è un programma: si inspira a Leone XIII, autore nel 1891 della “Rerum Novarum”, la prima enciclica incentrata sulle questioni sociali ed economiche del mondo contemporaneo e della continua tensione tra capitale e lavoro. A suo giudizio la dottrina sociale della Chiesa alla quale Leone XIII impresse una svolta cruciale va aggiornata pe rispondere alle colossali sfide e ai grossi pericoli che l’umanità’ si trova oggi ad affrontare con l’emergenza dell’Intelligenza Artificiale.