
Quando sentiamo emozioni forti di solito tendiamo a condividerle con gli altri. Ma delle ricerche recenti hanno messo in evidenza un fenomeno curioso. Le persone che tendono a condividere emozioni difficili, dolorose o imbarazzanti con amici intimi lo fanno perché’ hanno fiducia in loro e vorrebbero che mantenessero il segreto. A loro volta gli amici che ascoltano vengono influenzati dalle emozioni e dai segreti confessati, con il risultato che anche loro vorranno condividere questa esperienza. Si può creare un effetto paradossale, più il segreto è fonte di forti emozioni negative e più probabilità ci saranno che gli amici sentiranno la necessità di condividerlo, creando situazioni di ulteriore imbarazzo o di dispiacere.
D’altronde siamo animali sociali e per esempio ridere di uno spettacolo divertente in due raddoppia le risate, che sono contagiose. Ma lo stesso spettacolo con un amico musone si dimezza il piacere.
Condividere un segreto può essere un’esperienza che da’ grande sollievo. E ricevere un segreto fa sentire speciali e crea un legame forte. Conoscere un segreto può trasformare la relazione in qualcosa di speciale… oppure essere un assoluto disastro! La formula giusta per gestire i segreti tra amici, amanti e nelle relazioni personali è l’equilibrio. Dovrebbe essere una attività reciproca che rinforza la fiducia. Il problema sorge quando una sola parte diventa il ricettacolo delle confidenze dell’altro, si corre il pericolo che quella persona diventi anche il soggetto di tutte le proiezioni dell’altro. Smette insomma di essere l’amico, l’amante o il partner per diventare uno specchio di idealizzazioni e/o denigrazioni.
Se avete un segreto insopportabile o una litania di segreti più o meno lunga è meglio affidarsi ad un professionista. Perché lo psicologo ha una formazione. Per esempio, è in una posizione di relativa neutralità, non mette necessariamente in dubbio il contenuto di ciò che gli viene confidato ma nello stesso tempo non ci crede ciecamente. Non tutti sanno che esiste una tecnica molto semplice per identificare storie non veritiere. Basta chiedere di raccontare lo stesso segreto o storia partendo dalla fine, a ritroso. Il 60% delle volte è possibile notare incongruenze o salti temporali o logici. Inoltre, lo psicologo ha la competenza per gestire le proiezioni, invitando il cliente a capire meglio i processi di idealizzazione o denigrazione. Ma soprattutto lo psicologo non vi perseguiterebbe mai con i suoi di segreti e non potrà, fatte pochissime eccezioni, mai divulgarli.