Detesta i “parassiti” europei che a suo dire non rispettano la libertà di espressione e calpestano la democrazia. Odia l’Unione europea. Disprezza l’Ucraina. Flirta con i nazistoidi del partito tedesco AFD. In pochi mesi il vicepresidente americano D J Vance e’ diventato una specie di “pit bull” dell’estrema destra americana e internazionale ma nel Vecchio Continente c’e’ ancora chi parla bene di lui e gli da’ ragione. E’ il caso di Giorgia Meloni.
In un’intervista al Financial Times la premier italiana ha detto lo scorso 27 marzo di “simpatizzare” con Vance per la sua requisitoria contro l’Europa: “Devo dire che sono d’accordo…lo lo sto dicendo da anni…L’Europa ha un poco perso se stessa”.
Giorgia Meloni si sente politicamente affine al presidente americano Donald Trump (“io sono una conservatrice, lui un leader repubblicano. Di sicuro sono piu’ vicina a lui che a molti altri e capisco un leader che difende i suoi interessi nazionali”) e sostiene che le bordate dell’amministrazione Usa contro il vecchio Continente non hanno d mira i popoli europei ma le sue classi dirigenti e il fatto che queste classi non cercano risposte ai problemi della gente ma tentano invece di imporre alla gente la loro “ideologia”.
Come si vede dalla copertina, il tabloid britannico “Daily Star” e’ di avviso opposto e si chiede se Vance non sia “il piu’ pericoloso uomo al mondo”.
LaRedazione