È possibile misurare la salute del cuore? Si può stimare il rischio di sviluppare malattie cardiometaboliche legate a sovrappeso e obesità?
La risposta è più semplice di quanto si possa pensare: basta un metro da sarto. Misurare la circonferenza vita significa misurare la quantità di grasso addominale viscerale che è un indicatore predittivo di sviluppare patologie cardiometaboliche. Significa dunque acquisire consapevolezza e fare scelte responsabili di salute a cominciare da quella di rivolgersi prontamente ai medici per una adeguata e personalizzata valutazione del rischio.
L’obesità non è certo un problema di natura estetica ma è una vera e propria malattia cronica ed evolutiva e per diagnosticarla il parametro più utilizzato è l’Indice di Massa Corporea (IMC o BMI= Body Mass Index), che viene calcolato dividendo il peso in chilogrammi per l’altezza in metri al quadrato. Secondo questa classificazione, un IMC tra 25 e 30 indica sovrappeso, mentre un valore superiore a 30 definisce l’obesità. È oramai ampiamente condivisa nella comunità scientifica l’opinione che la misurazione dell’Indice di Massa Corporea (IMC) non basti più da sola e la raccomandazione è quella di associare alla misurazione del IMC almeno un’altra misurazione antropometrica, in modo particolare quella della circonferenza vita che è oggi considerata l’indicatore più preciso dei rischi associati all’obesità.
Per scoprire come fare l’automisurazione della circonferenza vita dopo aver calcolato con una rapida operazione matematica il vostro Indice di Massa, bastano 4 semplici mosse: prendere un metro da sarto flessibile, posizionarsi in piedi e togliere abiti o cinture comprimenti, avvolgere il metro all’altezza dell’ombelico tra l’ultima costa toracica e il bordo superiore della cresta iliaca, prendere nota dei centimetri senza stringere eccessivamente il metro e fare il test per ottenere il livello di rischio cardiometabolico.
La circonferenza vita viene considerata ottimalenegli uomini se è inferiore a 94 centimetri. Fino a 101,9 cm esiste un rischio superiore alla norma; da 102 cm entriamo in una zona di maggior pericolo. Nelle donne la circonferenza vita ideale non deve essere superiore a 80 centimetri. Si entra poi in una zona di rischio superiore alla norma tra 80,1–87,9 cm e l’allarme scatta in caso di valori superiori a 88 cm.
In condizioni di obesità, l’accumulo di tessuto adiposo nell’addome (il cosiddetto grasso addominale viscerale) non solone comporta un aumento quantitativo, ma si associa ad alterazioni della secrezione di adipochine e di molecole proinfiammatorie e protrombotiche, causando infiammazione cronica di basso grado. Tutto ciò influisce negativamente sugli organi vitali, riducendone la funzionalità e aumentando il rischio di sviluppare malattie croniche.
L’accumulo di questo grasso con alterazioni funzionali in sede addominale viscerale è un importante fattore di rischio per lo sviluppo di patologie gravi come quelle cardiovascolari, il diabete mellito di tipo 2, le patologie epatiche associate al metabolismo e l’insufficienza renale cronica, alcune forme di cancro e patologie polmonari.
L’obesità è una malattia complessa e multifattoriale e la sua gestione richiede un approccio multidimensionale. Il primo passo è certamente rappresentato dalla prevenzione attraverso la modificazione degli stili di vita. Tuttavia, quando questa prima strategia risulta insufficiente, o non del tutto efficace, è possibile ricorrere, mantenendo comunque sempre stili di vita salutari, anche alla terapia farmacologica e, in casi selezionati, alla chirurgia bariatrica.