Sarà anche uno degli angoli più belli al mondo dove tra l’altro si mangia benissimo e si ammirano cose magnifiche ma Italia rima sempre meno con felicità: ci sono ben quaranta Paesi al mondo dove la gente si sente più contenta.
Un altro dato, ancora più preoccupante, è l’andamento della curva: di anno in anno gli italiani scendono nella Hit Parade delle nazioni più felici del pianeta.
Il World Happiness Report parla chiaro: la Penisola era ventisettesima in classifica nel 2022 e appena due anni dopo eccola sprofondata in 41esima posizione.
Nel Rapporto la felicità nazionale viene calcolata sulla scorta di sondaggi compiuti da una delle società migliori del settore, Gallup. A campioni rappresentativi di cittadini dei vari stati viene chiesto di attribuire un voto da zero a 10 alla loro vita (10 è ovviamente la migliore concepibile, 0 la peggiore in assoluto).
L’uso di misurazioni soggettive del benessere è pensato per essere un approccio dal basso verso l’alto che emancipa gli intervistati permettendo loro di dare una stima indipendente del proprio benessere. Le valutazioni soggettive vengono poi messe in relazioni a fattori economici, politici e sociali per arrivare ad un affresco d’insieme e vedere se i conti tornano.
Per il settimo anno consecutivo, la Finlandia si conferma – con un punteggio di 7,736 su 10 – al primo posto in classifica, conservando quindi il suo status di “Paese più felice al mondo”.
Nella Top-10 figurano poi nell’ordine Danimarca, Islanda, Svezia, Paesi Bassi, Costa Rica, Norvegia, Israele, Lussemburgo e Messico. Surprise, Surprise! Mai prima d’ora Paesi latino-americani erano riusciti a raggiungere queste posizioni di testa.
Con un punteggio di 6, 728 il Regno Unito si attesta al 23° posto (riportando la sua valutazione media della vita più bassa dal rapporto del 2017), seguito a ruota dagli Stati Uniti.
Attestandosi al 41° posto con un punteggio di 6,415 l’Italia si colloca invece tra Malta e Guatemala.
Il paese in assoluto più infelice? Il Mozambico, seguito da Sud Africa, Turchia, Laos e Nepal.
Secondo il rapporto, giunto alla tredicesima edizione, la coesione sociale, la solidità dei rapport familiari e una visione positiva degli altri hanno un’importanza enorme sul grado di soddisfazione complessiva che si ha della propria vita. Credere ad esempio che gli altri siano disposti a restituire un portafoglio smarrito è un forte predittore della felicità della popolazione, con le nazioni nordiche ancora una volta in cima alla lista dei paesi più felici del mondo, mentre si classificano tra i primi posti per la restituzione prevista ed effettiva di portafogli smarriti.
Le prove globali sulla restituzione percepita ed effettiva di portafogli smarriti mostrano che le persone in generale sono troppo pessimiste sulla gentilezza delle loro comunità rispetto alla realtà, con tassi effettivi di restituzione del portafoglio circa il doppio di quanto le persone si aspettino.
Condividere i pasti con gli altri appare fortemente legato al benessere in tutte le regioni del mondo e ciò spiegherebbe perché’ gli Stati Uniti – dove il numero di persone che cenano da sole è aumentato del 53% negli ultimi due decenni – non brillino nel Rapporto.
· Le dimensioni della famiglia sono anch’esse strettamente collegate alla felicità. Quattro o cinque persone che vivono insieme godono dei più alti livelli di felicità in Messico e in Europa, dove però continua a crescere il numero di persone che vivono da sole. Altra spia di crescente, generalizzata insoddisfazione: Nel 2023, il 19% dei giovani adulti in tutto il mondo ha dichiarato di non avere nessuno su cui contare per il supporto sociale. Si tratta di un aumento del 39% rispetto al 2006.
“Il rapporto di quest’anno – sottolinea Jan-Emmanuel De Neve, direttore del Wellbeing Research Centre di Oxford, professore di economia all’Università di Oxford e redattore del World Happiness Report – ci spinge a guardare oltre i determinanti tradizionali come la salute e la ricchezza. Si scopre che condividere i pasti e fidarsi degli altri sono predittori di benessere ancora più forti del previsto. In quest’epoca di isolamento sociale e polarizzazione politica, dobbiamo trovare il modo di riunire di nuovo le persone attorno a un tavolo: farlo è fondamentale per il nostro benessere individuale e collettivo”.