La moda italiana ha il successo che ha grazie ai suoi “distretti produttivi” e cioe’ il retroterra dove la creatività si sposa con sapienza artigianale e industriale.
Di questi inimitabili “distretti produttivi” si è discusso lo scorso 31 marzo all’Ambasciata d’Italia a Londra in occasione del sesto episodio di “Italian threads: conversations on fashion”, il ciclo di incontri in collaborazione con la testata giornalistica online ThePlatform, dedicato alla moda.
A parlare di “Distretti produttivi, caratteristica italiana”, sono stati Gianluca Isaia – amministratore delegato di Isaia, iconico nome della sartoria napoletana – e Maria Cristina Squarcialupi, presidente di Unoaerre, importante azienda orafa di Arezzo, con il maggior tasso di crescita.
Il ciclo in corso a Londra punta a rappresentare l’intero funzionamento dell’industria della moda e le specificità uniche dell’Italia. Per questo motivo, l’incontro di marzo è stato dedicato ai distretti, aree del Paese specializzate in singoli settori produttivi, composte da piccole e piccolissime imprese raccolte attorno ad alcune grandi aziende e legate tra di loro da una serie di rapporti cosiddetti “a rete”.
“I distretti industriali – ha dichiarato l’Ambasciatore Inigo Lambertini, introducendo l’incontro – “sono veri e propri laboratori di creatività e maestria artigianale. Rappresentano un modello economico e culturale che ha saputo coniugare tradizione e innovazione, facendo dell’Italia un punto di riferimento globale”.
In conversazione con Maria Silvia Sacchi, fondatrice e direttrice di ThePlatform, Gianluca Isaia e Cristina Squarcialupi hanno raccontato la nascita e le evoluzioni dei rispettivi distretti, la flessibilità permessa da un modello produttivo che altri Paesi hanno provato a ricreare sui propri territori, le sfide che oggi si trovano ad affrontare e l’abilità delle aziende di fare da traino, soprattutto nei momenti di cali di mercato.
LaRedazione