Modifica del voto fuori dei confini nazionali, riforma della legge sulla cittadinanza e messa a punto di nuovi incentivi per il rientro in patria: per il 2025 il Consiglio Generale degli Italiani all’Estero (CGIE) si è dato questi tre “obiettivi strategici” sperando CGIEdi “incidere sul dibattito politico nazionale” malgrado sia “penalizzato da un finanziamento che gli consente di svolgere meno della metà delle attività previste dalla sua legge istitutiva”.
I tre obiettivi strategici sono stati formulati ed enunciati dalla Segretaria Generale del CGIE, Maria Chiara Prodi, a detta della quale saranno “portati a sintesi durante due momenti nodali”: la riunione del Comitato di Presidenza, convocata per la settimana del 31 marzo, e l’Assemblea plenaria, che si svolgerà a partire dal 16 giugno.
“Rivendichiamo – ha sottolineato Maria Chiara prodi – la centralità del Consiglio Generale nella vita democratica del nostro Paese perché rivendichiamo la centralità dei sette milioni di italiani all’estero. Il 2025 sarà l’anno cruciale per la vita del nostro Consiglio. Invitare a collaborare con noi tutte le reti della rappresentanza e dell’associazionismo non è un esercizio di forma, ma la volontà di dimostrare che la partecipazione degli italiani all’estero è possibile e reca profitto al Paese intero. Reagire con il doppio della motivazione al dimezzamento dei fondi è un modo per scommettere sulla capacità delle istituzioni di riconoscere che occuparsi di italiani all’estero non è un costo ma un investimento”.
La segretaria CGIE ha sottolineato le difficoltà incontrare a causa di una Legge di bilancio 2025 “lesiva della parità di trattamento tra cittadini residenti fuori dai confini nazionali e in patria”, in particolare a causa a della mancata perequazione automatica delle pensioni, dell’eliminazione dell’indennità di disoccupazione per i rimpatriati che hanno perso il lavoro all’estero e dell’inasprimento delle tasse relative alle richieste di riconoscimento della cittadinanza.
“Il CGIE – ha assicurato Maria Chiara Prodi – è a fianco di tutte le categorie di italiani all’estero pesantemente svantaggiate dalla legge di Bilancio. Se noi cittadini siamo tutti chiamati a uno sforzo per rispondere alle necessità finanziarie del nostro Paese, è pur vero che il mancato adeguamento della pensione per gli italiani all’estero e l’incremento delle tasse per la domanda di cittadinanza colpiscono al cuore la relazione di fiducia e di accoglienza che i connazionali, o futuri connazionali, possono aspettarsi dall’Italia. Come CGIE non lasceremo sole queste voci, che abbiamo raccolto e portato al Parlamento e per le quali abbiamo lottato con tutti i mezzi”.