
Basta con un’Italia da cartolina illustrata: agli inizi degli anni Ottanta Luigi Ghirri raccoglie intorno a sé un gruppo di venti colleghi fotografi che con lui setacciano la Penisola per raccontarla attraverso immagini alternative, non convenzionali. Ne nasce una mostra collettiva di oltre 300 scatti ormai leggendaria, inaugurata il 15 gennaio del 1984 alla Pinacoteca Provinciale di Bari, riproposta a Genova, Ancona, Roma, Napoli e Reggio Emilia e oggi considerata “il manifesto della Scuola italiana di paesaggio”.
Quella mostra – intitolata “Viaggio in Italia” – e’ rinata grazie ad un’iniziativa del ministero della Cultura che prima l’ha portata a Parigi e poi a Londra dove l’Istituto Italiano di Cultura l’ha messa in cartellone dal 12 febbraio al 28 marzo.
Elemento complementare all’esposizione è la ristampa anastatica del catalogo originale, divenuto ormai oggetto raro e da collezione. Il volume, con una selezione di 86 fotografie delle oltre 300 presenti nella mostra storica, è stato rieditato in una versione ‘facsimile’ dalla casa editrice Quodlibet a cura della Direzione Generale Creatività Contemporanea e del Museo di Fotografia Contemporanea, in collaborazione con l’Archivio Eredi di Luigi Ghirri.
“Tutte le cartoline – scrisse Arturo Carlo Quintavalle nella prefazione al volume – sono ugualmente irrealistiche, sono mitiche rappresentazioni di città ideali dove la realtà del vivere, del gestire, dello spazio quotidiano, la realtà di quello che oggi chiamiamo lo spazio urbano, l’arredo, oppure la architettura degli interni viene del tutto mistificato, anzi cancellato, rimosso. Si vive in cartolina il falso del nostro mondo, un doppio che è assurdo perché non esiste, non rappresenta nulla. Facciamo insomma, inviando cartoline, viaggi simbolici e Ghirri, a suo tempo, fece viaggiare le nostre coscienze nella storia di questi universi fittizi”.
“Viaggio in Italia – ha sottolineato il Direttore dell’Istituto Italiano di Cultura di Londra Francesco Bongarrà all’inaugurazione della mostra, lo scorso 12 febbraio – è il progetto che ha segnato la storia della fotografia in Italia. Ancora, è il progetto che ha aperto la strada a una riflessione più ampia sul nostro Paese, sui suoi paesaggi in evoluzione, segnando un’ideale linea di discontinuità tra una rappresentazione oleografica e tradizionale e una riflessione nuova, critica e cosciente, sui nostri territori”.
LaRedazione