Con il telefonino si fa già di tutto e presto si potrà fare ancora di più: in UK è in arrivo la patente di guida digitale, già disponibile in Italia dallo scorso dicembre. Farà bella mostra di sé su una nuova app “gov.uk” che sarà lanciata nel corso dell’estate 2025 e dove in prospettiva troveranno poi posto le versioni elettroniche di passaporto e di altri documenti importanti come libretto e mot dell’auto.
La nuova app britannica (in versione android o Ios) “renderà più facile e in sintonia con la vita moderna l’uso dei servizi governativi”, ha sottolineato lo scorso 21 gennaio il ministro laborista della Scienza, Peter Kyle, quando ha annunciato la grossa novità all’orizzonte.
Entro fine 2025 gli automobilisti del Regno Unito potranno avere la loro “driving licence” custodita in un wallet della nuova app e potranno utilizzarla come documento di identità per votare, imbarcarsi su un volo interno o dimostrare – in caso di acquisto di alcolici – di avere più di 18 anni.
Farà da mosca cocchiera la “Veteran Card” dei militari a riposo, poi verrà in seconda battuta la patente digitale e si tratterrà comunque soltanto dei primi passi: si andrà poi all’inserimento di altri importanti documenti nella app, dal passaporto alla mot delle auto, dai sussidi sociali alle tasse e al National Insurance Number.
La digitalizzazione completa – passaporto compreso – dovrebbe essere portata a termine entro il 2027. Chi comunque vorrà tenersi stretta la patente in plastica (al momento ce ne sono in circolazione oltre 38 milioni) e tutti gli altri documenti fisici, incluso il passaporto cartaceo, avrà l’opzione di farlo.
È chiaro che questa rivoluzione ormai alle porte comporterà un completo “shakeup” di tutta la burocrazia pubblica: il governo di Sua Maestà conta di risparmiare per il futuro una cifra sbalorditiva – circa 45 miliardi di sterline all’anno – “turbo-stimolando efficienza e crescita”.
La nuova app non sarà soltanto una vetrina di documenti ma permetterà di interagire con l’amministrazione pubblica per le ragioni più disparate riducendo la necessità di inviare e ricevere lettere e/o email. Non è difficile immaginare che dall’altra parte, a rispondere, non ci saranno ovviamente call-centers con esseri umani in carne ed ossa ma forme robotiche di intelligenza artificiale.
Il problema più delicato per questi processi di digitalizzazione riguarda ovviamente i dispositivi di sicurezza da mettere in opera onde evitare frodi e clonazioni, dispositivi non molto diversi da quelli (non infallibili…) a protezione delle carte bancarie.
“La tecnologia – ha sintetizzato il ministro Kyle lo scorso 21 gennaio – ora rende possibile che le identità digitali siano più sicure di quelle fisiche, ma sia chiaro che non saranno rese obbligatorie. Insieme ai CD, al Walkman e ai cellulari pieghevoli, saranno presto consegnati alla storia il cassetto stracolmo di lettere del governo e le ore passate in attesa per ottenere un appuntamento di base. GOV.UK Wallet significherà che ogni lettera o documento di identità che ricevi dal governo pti saranno inviati in modo elettronico. Per le persone che scelgono di utilizzare GOV.UK Wallet, sarà più facile dimostrare di avere diritto a sussidi o controllare la propria età quando acquistano alcolici o attrezzature fai da te, con più sicurezza e fiducia che mai. Fondamentalmente, apre anche enormi opportunità per rendere l’interazione con i servizi pubblici molto più semplice, mettendo le persone in controllo dei propri dati”.
Va detto che al momento non c’è soltanto l’Italia (dove è chiamata “patente di guida mobile”) più avanti del Regno Unito in questa conversione al digitale. Anche in Australia, Danimarca, Islanda e Norvegia la patente sul telefonino è già realtà, così come in alcuni stati Usa. Pur essendo molto indietro agli Stati Uniti nel campo dell’intelligenza artificiale l’Unione europea ha ordinato ai 27 Paesi UE di sviluppare una forma di identità digitale entro il 2026.
LaRedazione