
Veronica Coscia
Indipendenti, seduttivi, lunatici, i gatti posso stare ore in disparte o fare fusa di continuo. Agiscono d’istinto e se non scocca la scintilla girano alla larga. Osservare questo comportamento ci comunica una lezione importantissima: dobbiamo imparare a rispettare le antipatie.
Molti miei pazienti si lamentano di persone che fanno ghosting o le ignorano o sono esplicitamente ostili. E io domando: ma a lei sono proprio tutti simpatici? E questo stempera la tensione con una risata e mette la situazione in prospettiva.
Non sempre però gestire la rabbia è semplicemente una questione di antipatie. Se lo sfogo è un atto liberatorio farne un’abitudine diventa quasi una dipendenza. Inoltre lascia un senso di perdita di controllo e ci sentiamo in colpa. Chi è arrabbiato vede solo se stesso e vede solo soluzioni in una sola direzione. Non dico che le reazioni di rabbia non abbiano una causa e che non siano legate a dinamiche tossiche. Questo è un lavoro più complesso e profondo che bisogna lasciare agli esperti. In questo articolo provo solo a suggerire alcune semplici tecniche per imparare a gestire questi momenti meglio.
Un grandissimo aiuto ci arriva dall’auto ironia, magari parlare con gli amici piu’ stretti e provare e ridere di noi stessi e della situazione, esagerando la narrativa, mettendo in ricolo tutto il contesto… Ridere aiuta a sdrammatizzare, aumenta le endorfine e ci rende leggeri.
Mai prendere decisioni quando la rabbia ci acceca la mente. “Adesso la faccio finita, mi licenzio, divorzio, parto…” Niente di più sbagliato! Provate ad usare la tecnica delle 24 ore. Se domani la penso nella stessa maniera potrò agire. Bisogna obbligarsi ad una pausa, fare un patto con se stessi. È contro la legge guidare quando siamo intossicati, giusto? Questo vale anche per noi. Non possiamo decidere quando la rabbia ci offusca la vista.
Possiamo provare un breve esercizio di rilassamento. Sedetevi in una posizione comoda, chiudete gli occhi e fate qualche respiro profondo. A questo punto affermate lentamente: “ Io ho emozioni, ma non sono le mie emozioni. Queste sono diverse, mutevoli e contrastanti, mentre io rimango sempre me stesso. C’è rabbia in me, ma io non sono la mia rabbia”
E infine, come ci insegnano i gatti, stiracchiatevi, aprite gli occhi, fate uno sbadiglio. ecco siete pronti per la prossima avventura!