
L’Intelligenza Artificiale (IA o AI inglese) potrà suonare come qualcosa uscito da un film di fantascienza, ma in realtà fa già parte della nostra vita quotidiana da un bel pezzo. Che ve ne rendiate conto o no, l’IA sta lavorando dietro le quinte per aiutare le aziende a funzionare senza intoppi e in modo più efficiente, per migliorare l’assistenza sanitaria e persino supportare i nostri hobby preferiti.
Ma che cos’è esattamente l’IA? Pensate all’IA come a uno scolaro intelligente. Proprio come uno studente impara dai libri di testo e dall’esperienza, l’IA impara dai dati e contenuti, che siano testo, immagini, e suoni. Immaginate di insegnare a una nipote a identificare le tipologie di cani: le mostrate le immagini, le dite i nomi della tipologia di cane e, alla fine, sarà in grado di riconoscere un Collie (a chi no viene in mente Lassie?), un Chihuahua o un Bassotto, da sola. L’IA funziona in modo simile. Le forniamo informazioni, forniamo un feedback in base alle prestazioni, e col tempo impara a riconoscere modelli e perfino a prendere decisioni.
Ma ricordiamoci che questi concetti non è affatto nuovi. Tutto è iniziato nei primi anni del 1900, quando emerse il concetto di esseri umani artificiali e gli scienziati iniziarono a chiedersi se fosse possibile creare un’intelligenza artificiale o quello che chiamavano “cervello artificiale”. Il termine “persone artificiali” fu utilizzato per la prima volta nel 1921 dal drammaturgo ceco Karel Čapek in un’opera teatrale di fantascienza intitolata “I Robot Universali di Rossum”. John McCarthy, che vanta il titolo di Padre dell’IA, utilizzò il termine Intelligenza Artificiale per la prima volta nel 1956 quando organizzò la Conferenza di Dartmouth, considerata la nascita dell’IA come campo di studio. La figura successiva, chiave in questo campo, che immaginava macchine che si avvicinavano all’intelligenza umana e capaci di svolgere compiti come gli esseri umani fu Alan Turing, che introdusse il Test di Turing per far evolvere l’intelligenza delle macchine. Tuttavia, i loro progressi erano limitati dalla potenza di calcolo limitata della tecnologia dell’epoca.
Personalmente ricordo ancora, molti anni dopo nei primi anni 2000, durante il periodo universitario dovevamo programmare modelli molto semplici per ore, per lanciare cicli di addestramento durante la notte, per valutare i risultati al mattino e ricominciare da capo facendo piccoli progressi dopo ogni iterazione – per avere un modello base ci volevano settimane. Oggi, anche con un modesto laptop, si hanno a disposizione linguaggi più semplici e librerie già pronte. Lo stesso ciclo richiederebbe cinque righe di codice e verrebbe eseguito in pochi minuti.
Oggi possiamo parlare di una vera rivoluzione perché, mentre probabilmente abbiamo le stesse menti brillanti nella ricerca e sviluppo, oggi abbiamo a disposizione un’enorme potenza di calcolo e, cosa più importante, un numero di dati esorbitanti. Entrambi sono cruciali per l’IA. Modelli molto complessi che emulano il funzionamento del nostro cervello umano vengono poi addestrati ripetutamente finché, sulla base di diversi input, i risultati sono ‘quasi sempre’ corretti.
Un altro elemento distintivo rispetto all’informatica classica è che, per usare una metafora, nell’informatica classica 1 + 1 mele equivalgono certamente a 2 mele, mentre con l’IA 1 + 1 mele è molto probabile che siano 2 mele. Allo stesso modo in cui una foto di un gatto, dopo diversi addestramenti con foto di gatti, è riconosciuto molto probabilmente come un gatto. La probabilità sostituisce la certezza, anche se sembri una limitazione, in realtà apre a una miriade di nuove applicazioni tecnologiche. Non è questo anche il modo in cui spesso le persone come noi pensano, agiscono e prendono decisioni?
Ora qualche esempio. Ricordate quando dovevamo sfogliare spessi elenchi telefonici per trovare un’attività commerciale? Ora possiamo semplicemente chiedere ad Alexa o Siri: “Qual è la farmacia più vicina?” e ottenere una risposta immediata. Questi assistenti artificiali possono aiutarci a impostare promemoria per i medicinali, creare liste della spesa, controllare la temperatura di casa, leggerci le notizie del giorno, riprodurre la vostra musica preferita. È come avere un amico competente sempre pronto ad aiutarci.
L’IA sta rivoluzionando anche l’assistenza sanitaria in modi che vanno a diretto beneficio degli anziani. Per esempio, gli smartwatch possono rilevare se qualcuno è caduto e chiamare automaticamente aiuto. Alcuni sistemi possono prevedere potenziali problemi di salute prima che diventino gravi, aiutare i medici a individuare più rapidamente i problemi nelle radiografie e nelle scansioni con maggiore precisione, raccomandare routine di esercizi personalizzate basate sulle vostre condizioni di salute, monitorare i ritmi cardiaci e avvisarvi in caso di irregolarità. Pensatelo come avere un paio di occhi vigili extra che tengono traccia della nostra salute 24 ore su 24.
Anche le nostre attività ricreative stanno ricevendo un upgrade grazie all’IA. Amate il giardinaggio? Le applicazioni possono ora identificare le piante dalle foto e fornire istruzioni specifiche per la cura. Vi piace la fotografia? L’IA può migliorare automaticamente le foto di famiglia, rendendole più chiare e luminose. È come avere un maestro giardiniere o un fotografo professionista direttamente in tasca.
Per chi vi lavora o gestisce un imprese, l’IA è come avere un assistente instancabile che può rispondere alle domande dei clienti a qualsiasi ora, A volte terribilmente lo ammetto, poiché troppo spesso le aziende semplicemente lanciano tecnologia su un problema o opportunità in teoria profittevole, senza prestare troppa attenzione alla vera esperienza del cliente. Altri usi includono l’organizzazione delle email e l’evidenziazione di quelle importanti, l’aiuto con la contabilità e la preparazione delle tasse, la traduzione istantanea delle conversazioni con clienti internazionali.
Tuttavia, proprio come abbiamo insegnato ai nostri figli a fare attenzione quando parlano con gli estranei, dobbiamo essere attenti quando usiamo l’IA. Vale la pena ricordare i soliti consigli di non condividere informazioni personali come dati bancari o dettagli di accesso, fare attenzione a richieste insolite o offerte troppo belle per essere vere, chiedere ai familiari se non si è sicuri di come utilizzare un nuovo strumento di IA.
La tecnologia dell’IA sta avanzando rapidamente, ma non sentitevi sopraffatti. Ricordate quando abbiamo visto per la prima volta i computer o i telefoni cellulari? All’inizio sembravano complicati, ma abbiamo imparato a usarli con i nostri tempi. Lo stesso vale per l’IA. Iniziamo con ciò che ci fa sentire a vostro agio e esploriamo gradualmente più funzionalità man mano che acquistate familiarità. La parte più entusiasmante è che l’IA sta rendendo la tecnologia più accessibile a tutti, indipendentemente dalle conoscenze tecniche.
Quanto alla fiducia, fidatevi dell’IA tanto quanto vi fidereste delle persone che la stanno addestrando, producendo o utilizzando, come fareste con qualsiasi altro strumento e usate sempre il buon senso.
Ing. Libero Raspa, Managing Director, adesso UK