
Musée du Louvre, Département des Antiquités orientales, MNB 1167 - https://collections.louvre.fr/ark:/53355/cl010171374 - https://collections.louvre.fr/CGU
La scrittura ha mosso i primi passi in Mesopotamia sulla scia di immagini impresse da antichi sigilli cilindrici su tavolette e altri manufatti d’argilla. Questo punto fermo è stato definitivamente fissato da un gruppo di ricerca dell’Università di Bologna che ha individuato una serie di corrispondenze tra i motivi incisi su questi cilindri, risalenti a circa seimila anni fa, e alcuni segni della scrittura proto-cuneiforme emersa nella città di Uruk, nel sud dell’attuale Iraq, attorno al 3.000 avanti Cristo.
Lo studio – pubblicato sulla rivista Antiquity – apre nuove prospettive sulla comprensione della nascita della scrittura e potrebbe aiutare i ricercatori non solo a ottenere nuove informazioni sui significati dei motivi incisi sui sigilli cilindrici, ma anche a decifrare i tanti segni ancora sconosciuti del proto-cuneiforme.
“Il salto concettuale che ha permesso il passaggio dal simbolismo alla scrittura vera e propria è uno sviluppo fondamentale per le tecnologie umane”, sottolinea Silvia Ferrara, professoressa al Dipartimento di Filologia Classica e Italianistica dell’Università di Bologna, che ha coordinato il gruppo di ricerca.
“I risultati di questo studio – spiega la professoressa – sono un punto di collegamento nella transizione dalla preistoria alla storia: mostrano infatti come alcune immagini di epoca ancora preistorica vennero incorporate in uno dei primi sistemi di scrittura ideati dall’uomo”.
Tra le prime città che nacquero in Mesopotamia, Uruk fu un centro di grandissima importanza nel corso di tutto il quarto millennio avanti Cristo: la sua influenza coinvolse un’ampia regione che si estende dal sud-ovest dell’Iran fino al sud-est della Turchia. È in quest’area che nacquero i sigilli cilindrici. Realizzati di norma in pietra e incisi con una serie di disegni, questi cilindri venivano fatti rotolare su tavolette d’argilla, che restavano così stampate con il motivo disegnato. A partire dalla metà del quarto millennio avanti Cristo, i sigilli cilindrici venivano utilizzati come parte di un sistema per gestire la contabilità, grazie al quale era possibile tenere traccia della produzione, stoccaggio e trasporto di diversi beni di consumo, in particolare prodotti agricoli e tessili.
In questo contesto si inserisce la comparsa del proto-cuneiforme: una forma arcaica di scrittura composta da centinaia di segni iconografici, più della metà dei quali restano ancora oggi da decifrare. Così come i sigilli cilindrici, anche il proto-cuneiforme era utilizzato per gestire la contabilità, ma la sua presenza è attestata in un’area più limitata, per lo più nel sud dell’Iraq. “La stretta relazione tra l’antico sistema dei sigilli e l’invenzione della scrittura in questa regione è riconosciuta da tempo, ma fino ad oggi non era mai stata esplorata a fondo la connessione specifica tra le immagini incise sui cilindri e i segni del proto-cuneiforme”, dice Silvia Ferrara. “È proprio questa la domanda da cui siamo partiti: quanto hanno contribuito i disegni presenti sui sigilli cilindrici all’ideazione dei segni che compongono il primo sistema di scrittura nato in quest’area?”
Per cercare una risposta, gli studiosi hanno comparato in modo sistematico i motivi incisi sui cilindri con i segni del proto-cuneiforme, cercando correlazioni che potessero mostrare relazioni dirette non solo nella forma grafica ma anche nel significato. Sono partiti concentrandoci sulle immagini nate prima della comparsa della scrittura e ne hanno seguito lo sviluppo fino al periodo proto-letterato. In questo modo sono riusciti a identificare una serie di motivi legati al trasporto di stoffe e vasellame che si sono poi trasformati in segni corrispondenti del proto-cuneiforme.