
La Toscana ha detronizzato la Sicilia come meta preferita dei turisti enogastronomici italiani, quelli cioe’ che viaggiano per mangiare bene e bere meglio.
Il sorpasso emerge dal Rapporto 2024 di AITE (Associazione Italiana Turismo Enogastronomico), presentato lo scorso 16 dicembre a Parma.
I dati parlano chiaro: la Toscana è balzata a al vertice delle preferenze nazionali, scelta dal 39,3% dei turisti italiani per i viaggi passati e dal 33,9% per quelli futuri.
Dopo la Sicilia figurano tra le regioni più gettonati dai viaggiatori in cerca di ristoranti ed enoteche l’Emilia-Romagna e la Puglia. Napoli e il resto della Campania sono invece particolarmente apprezzati dai turisti stranieri come eccellenze della ristorazione.
“Il rapporto di AITE – commenta il presidente della Regione Toscana Eugenio Giani – conferma che l’attrattività della Toscana deriva anche da una sapiente unione di enogastronomia e cultura, che si esprime anche nei borghi minori e nelle aree interne, la cui scoperta è stata il motivo che ha mosso ben il 19% degli intervistati”.
Stando al rapporto, redatto dalla presidente dell’AITE Roberta Garibaldi e giunto alla sua settima edizione, il turismo enogastronomico continua a crescere a doppia cifra, registrando un incremento del 12% sul 2023 e del 49% rispetto al 2016, e ha ormai un’importanza strategica per l’economia e il territorio italiano. Basti pensare che nel 2023 ha generato un valore economico complessivo di 40,1 miliardi di euro, contribuendo significativamente al PIL italiano.
“’La forza del turismo enogastronomico – sottolinea Roberta Garibaldi – risiede nella sua capacità di valorizzare le identità locali e di promuovere uno sviluppo territoriale sostenibile. Per consolidarne il ruolo strategico, è necessario agire su più fronti: infrastrutture, innovazione tecnologica, educazione e formazione, oltre a un modello di governance più coeso.’
I turisti enogastronomici non sono ad ogni modo una categoria omogenea. Il rapporto AITE identifica cinque profili di base: i Ricercatori (42,1%) a caccia di o esperienze autentiche legate alla cultura locale, i Festaioli (23%) che vedono nel cibo un’occasione per socializzare, gli Intellettuali (19%) che si concentrano sull’arricchimento culturale, i Figli dei Fiori (11,5%) che puntano al benessere personale e gli Edonisti (4,3%) che scelgono il lusso.
Tra i prodotti iconici dell’identità agroalimentare italiana più cercati ci sono il vino (38,1%), l’olio extravergine di oliva (24%), la pizza (22%), la pasta (15%) e i formaggi (11%).
Il Rapporto 2024 propone anche dieci azioni-chiave per consolidare il turismo enogastronomico come settore strategico: Consentire alle imprese agricole di ampliare le attività turistiche senza vincoli normativi. Agevolare le assunzioni e le collaborazioni flessibili con professionisti specializzati. Creare musei nazionali dedicati a eccellenze come il vino e l’olio. Migliorare i collegamenti verso le aree rurali con soluzioni sostenibili. Introdurre l’educazione alimentare nelle scuole. Formare professionisti per sviluppare e promuovere esperienze enogastronomiche. Digitalizzare le esperienze e sostenere i piccoli produttori nell’adozione dell’intelligenza artificiale. Innovare la governance per coordinare strategie tra gli attori del settore. Realizzare un portale nazionale dedicato al turismo enogastronomico. Rafforzare la presenza dell’Italia nei circuiti internazionali e promuovere fiere B2B dedicate.
‘Queste azioni – conclude Garibaldi – possono trasformare il turismo enogastronomico in un volano di crescita sostenibile, capace di generare benefici economici, sociali e ambientali, ponendo l’Italia come modello di eccellenza nel panorama internazionale.’
LaRedazione
