
Davvero curiosi (e parecchie volte strani, strampalati o addirittura demenziali) i titoli italiani appioppati ai films di Hollywood: “The Texas Chainsaw Massacre”? è diventato ad esempio “Non aprite quella porta”, eliminando quindi il riferimento alla motosega o al Texas. “Mean Streets” che affronta i dilemmi morali di giovani italo-americani a New York? “Domenica in chiesa, lunedì all’inferno”, aggiungendo un elemento di dualismo religioso non presente nel film. “The Producers” è stato trasformato in “Per favore, non toccate le vecchiette”.
Nella convinzione che “uno degli aspetti più affascinanti è vedere come i titoli dei film cambiano, riflettendo tradizioni, sensibilità, e perfino ironia locali”, il sito Preply – specializzato nell’insegnamento online delle lingue – ha atto un florilegio delle traduzioni più strane delle pellicole straniere proposte nei cinema della Penisola.
La lista è davvero lunga e divertente: da “Gone Girl” (“l’Amore bugiardo”) a “Citizen Kane” ( “Quarto Potere”), da “Dead Poets Society” (“L’attimo fuggente”) a “Eternal Sunshine of a Spotless Mind” (“Se mi lasci ti cancello”).
In effetti nemmeno i films francesi sono stati risparmiati da queste licenze poetiche: vedi “Le deuxieme souffle”, il secondo soffio (“Tutte le ore feriscono..ma l’ultima uccide”) o “Le magnifique” trasformato in un pletorico “Come si distrugge la reputazione del più grande agente segreto del mondo”.
Alcuni titoli italiani sono stati palesemente fatti per rendere il film più accessibile al pubblico ma non sempre le ciambelle sono venute con il buco.
Altri esempi illuminanti: . “Lost in Translation” è diventato “L’amore tradotto”, enfatizzando il tema dell’amore, mentre “The Sound of Music” fu lanciato sul mercato cinematografico della Penisola come “Tutti insieme appassionatamente”, puntando quindi sull’idea di unità familiare e affetto. Grosso salto anche per “Walk the Line”, proiettato nei cinema della Penisola come “Quando l’amore brucia l’anima”.
Alcuni titoli sono stati congegnati con una certa efficacia. Pensate a “Home Alone”, diventato “Mamma, ho perso l’aereo”, che introduce il termine familiare “mamma” e sfrutta la comicità di un bambino rimasto solo a casa. Un altro esempio è “The Hangover” proposto in italiano come “Una notte da leoni”, che evoca un senso di avventura esagerata e umoristica. Senza contare “Risky Business”, proiettato in Italia con un titolo decisamente giocoso: “Fuori i vecchi…i figli ballano”.
Più o meno insolite o strampalate o demenziali che siano, le traduzioni non hanno ad ogni modo penalizzato le pellicole citate che hanno tutte riscosso grande successo al botteghino.
“Questa raccolta di traduzioni insolite – tira le somme la ricerca di preply – ci mostra come ogni titolo sia una porta d’accesso a un mondo di creatività e interpretazione culturale. Mentre alcuni film mantengono una connessione diretta con l’originale, altri si trasformano in qualcosa di completamente nuovo, assumendo un significato unico per il pubblico italiano. Che si tratti di evocare mistero, umorismo o fascino poetico, questi titoli rivelano quanto sia delicata e complessa l’arte della traduzione. Alla fine, l’obiettivo resta lo stesso: far emergere l’essenza del film, adattandola ai gusti locali. E proprio questa capacità di suscitare emozioni universali dimostra come il cinema e la lingua siano strumenti potenti di connessione culturale”.
LaRedazione