
Si può essere progressisti ma non di sinistra? Molti politologi ne dubitano ma per l’ex-premier Giuseppe Conte si può e il Movimento 5 Stelle da lui guidata è proprio questo: progressista ma non di sinistra, benché’ opposto alla destra, conservatrice di natura.
Alla ricerca di uno spazio che sembra sempre più ridursi per il partito fondato dal comico genovese Beppe Grillo, Conte non sembra molto in sintonia con le definizioni di progressista e sinistra consultabili sull’enciclopedia italiana per eccellenza, la Treccani.
Progressista è per la Treccani chi “sostiene la necessità di accelerare il progresso, cioè l’evoluzione della società, nell’ambito politico, sociale ed economico, e si comporta e agisce di conseguenza (spec. in contrappo a conservatore, reazionario)”. La stessa enciclopedia qualifica di sinistra “generalmente i partiti a carattere popolare e progressista originariamente di matrice liberale e successivamente di ispirazione socialista e comunista”.
Sull’esistenza di uno stretto legame è ancora più categorica l’enciclopedia elettronica Wikipedia che considera il progressismo “una filosofia tipica delle politiche di sinistra”.
Padre padrone del M5S dopo aver estromesso Grillo a colpi di referendum degli iscritti, Conte – che è stato a capo di due governi, il primo in sodalizio con un partito di destra-destra come la Lega – si è palesemente inventato l’etichetta di progressista indipendente” nel tentativo di distinguersi il più possibile dalla più, importante compagine politica della sinistra italiana e cioè il partito democratico (PD).
“Quelli di “sinistra” – ha spiegato Conte in un’intervista – votano la commissione Ursula, noi no. Quelli di “sinistra” mandano le armi a oltranza in Ucraina, favorendo l’escalation, noi no. Aggiungo: queste cose il Pd le ha votate assieme a Giorgia Meloni. Per questo ci definiamo “progressisti indipendenti”. Perché siamo un’altra cosa, del tutto nuova ed originale”.
Malgrado alle prossime elezioni legislativa le opposizioni potranno insidiare l’attuale maggioranza di centro-destra soltanto se faranno tutte assieme fronte comune, Conte ha avvertito che se si votasse oggi l’M5S non farebbe alleanze se il PD non aderisce alla strategia “No a Ursula, no alle armi”. “È la logica conseguenza della nostra coerenza. Questi punti per noi sono assolutamente discriminanti”, sostiene.
LaRedazione