Pasta “made in UK” nei negozi italiani del Regno Unito

Pasta “made in UK” nei negozi italiani del Regno Unito

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Colpa della Brexit e del Covid

Il combinato disposto di Brexit e Covid ha messo in ginocchio l’export di pasta dall’Italia verso il Regno Unito, al punto che quella “made in UK” – fino a poco tempo fa quasi inesistente – sta persino entrando nei negozi britannici dove si vendono delikatessen “made in Italy”.

  Al trend ha dato molto risalto a metà novembre il domenicale “Sunday Times” e si capisce: è un trend senza precedenti, causato dal fatto che per colpa delle pastoie doganali e burocratiche della Brexit è diventato difficile importare spaghetti, fusilli e compagnia bella dalla Penisola.

  L’esportazione di pasta verso il Regno Unito è diminuita del 25% nei primi sette mesi di quest’anno. Oltre alle complicazioni doganali un grosso freno è rappresentato dalla carenza di autotrasportatori e dalla congestione dei porti britannici. Non aiuta nemmeno che il grano di semola dura – quello utilizzato dai produttori italiani – è cresciuto molto di prezzo.

 L’amministratrice delegata di una ditta bolognese che rifornisce Sainsbury e altri supermercati britannici – Natasha Linhart, di “Atlante” – ha detto al “SundayTimes” di avere settanta containers di pasta e salsa di pomodoro bloccati al porto di Felixstowe. 

  Un altro esportatore italiano ha affermato che dopo la Brexit è più facile portare pasta in Giappone piuttosto che nel Regno Unito.

  Si è aperta dunque un’autostrada per la pasta “Made in UK”, incominciando da quella della “Yorkshire Pasta Company”, una ditta fondata nel 2019 da una giovane coppia –  Kathryn e Thomas Bumby – a Malton, nel North Yorkshire. “Il business – ha indicato Kathryn – cresce in modo esponenziale. Penso che la gente faccia uno sforzo consapevole per mangiare prodotti locali. Vendiamo anche a negozi italiani”.

  I produttori britannici hanno optato per grani più teneri (e più a buon mercato), una licenza poetica che si possono permettere perché’ i consumatori su questa sponda della Manica sono meno interessati alla pasta al dente. Su questa via si è avviato anche il Pastificio Carleschi di Londra. “Noi – detto al “Sunday Tims” il fondatore, Giovanni Carleschi – non copiamo la pasta italiana. Creiamo una nuova varietà, ridefinendo un prodotto storico italiano con l’uso di materie prime locali in modo da creare un’alternativa britannica”.

  Non è ancora successo ma chissà se un giorno – somma umiliazione!  – la pasta “made in UK” non saràaddirittura esportata in Italia…

La Redazione