TRESCA IN UFFICIO, ADDIO

TRESCA IN UFFICIO, ADDIO

UCCISA DALLA PANDEMIA

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   Dalla metà del secolo scorso l’ufficio è stato per molti aspetti una zona di neutralità dove donne e uomini potevano interagire con una libertà storicamente inaudita: un terreno di gioco dove nascevano rapporti che altrove non sarebbero potuti fiorire. 

  “Amorini” e cotte – a volte innocenti, altre volte no – potevano crescere rigogliosi e diventare relazioni durature, in parallelo a quelle “di casa”. In tempi più recenti, il tutto è stato agevolato dall’avvento della telefonia cellulare, che ha slegato la reperibilità da un preciso luogo, e in seguito degli SMS e di molte altre diavolerie tecnologiche: email, diversi tipi di messaggistica, gli ammiccamenti sui social e altro ancora. È un’epoca che sta finendo.

   L’epidemia Covid e il conseguente ricorso all’home working esteso è solo l’ultima mazzata a un aspetto inconfessabile nell’evoluzione della “cultura degli uffici”. Aveva comunque il suo lato oscuro, una lezione palesata dal movimento #MeToo, che ha portato molte aziende a introdurre politiche via via più stringenti per scoraggiare i rapporti sentimentali tra i dipendenti. Già il Wall Street Journal, commentando l’autunno scorso il declino tra millennials e generazione Z degli intrecci romantici in ufficio, ha scritto: “Con il mercato del lavoro così precario e le molestie sul posto di lavoro sotto la lente, molti giovani pensano che uscire con un collega non sia una splendida idea”. 

   Una ricerca della Stanford University rivela che l’incidenza di coppie eterosessuali americane che si sono incontrate sul lavoro era già scesa dal 19% all’11% tra il 1995 e il 2017. Intanto, lo spazio per gli incontri si è arricchito di alternative più semplici da gestire, con app e dating sites che vanno da Tinder e Grindr, fino a proposte più blande come Match.com e OkCupid. Negli Usa sono ormai il più importante strumento per conoscere nuovi partner, superando non solo il posto di lavoro ma anche la più classica presentazione attraverso amici comuni. Nulla di tragico. Se non altro ci riporta alle cose serie. Come spiegare, però, a una nuova generazione l’attrazione fatale delle occhiate languide davanti a una fotocopiatrice? 

James Hansen /Mercoledì di Rochester