MERLO CHIEDE VACCINI PER ITALIANI ALL’ESTERO

MERLO CHIEDE VACCINI PER ITALIANI ALL’ESTERO

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   E UNGARO PER ISCRITTI ALL’AIRE IN ITALIA

     L’Italia si mobiliti per fare arrivare i vaccini anti Covid a quegli italiani all’estero residenti in Paesi molto indietro nella corsa all’immunizzazione. Lo ha chiesto Ricardo Merlo, sottosegretario agli Esteri nel defunto governo Conte, in una lettera al Ministero della Salute.

   “In alcuni Paesi del mondo è più difficile per i nostri connazionali procurarsi la dose di vaccino anti Coronavirus; penso alle zone del mondo più problematiche – in Asia, Africa, America Latina – che non hanno adeguate risorse economiche per poter affrontare la crisi sanitaria. E quando parlo di connazionali mi riferisco anche alla nostra rete diplomatico-consolare: Ambasciatori, Consoli, funzionari e impiegati che operano nei Paesi più in difficoltà vanno vaccinati. Se l’Unione Europea ha pensato a vaccinare i nostri diplomatici in Europa, noi riteniamo che la stessa protezione spetti a chi continua a lavorare per lo Stato italiano nei Paesi meno fortunati, rischiando di contagiarsi e di contagiare”, ha scritto Merlo nella missiva.

   Da parte sua Massimo Ungaro, deputato di Italia Viva eletto in Europa, ha chiesto al ministero della Salute di Inserire gli italiani iscritti all’Aire, ma temporaneamente in Italia, nella campagna vaccinale per il covid19. 

   “È noto – afferma Ungaro nell’interrogazione – che i cittadini italiani che trasferiscono o hanno trasferito la residenza in uno Stato con il quale non è in vigore alcuna convenzione con l’Italia, perdono il diritto all’assistenza sanitaria sia in Italia che all’estero. Inoltre, chi ha acquisito la cittadinanza italiana sul territorio nazionale, nato in Italia, o un titolare di pensione corrisposta da enti previdenziali italiani, e rientri temporaneamente in Italia senza avere una copertura assicurativa pubblica o privata, ha diritto, a titolo gratuito alle prestazioni ospedaliere urgenti per un periodo massimo di 90 giorni all’anno”.
   “Considerando i gravi effetti della pandemia, anche sulla mobilità tra stati”, per il deputato “è evidente che la somministrazione di un vaccino contro il Covid rappresenti una prestazione sanitaria urgente”.

La Redazione