Pasta: la pandemia non ferma festa a Roma

Pasta: la pandemia non ferma festa a Roma

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Spaghetti, penne, fusilli, orecchiette… Che sia lunga o corta, fresca o secca, non c’è dubbio che la pasta rappresenti la migliore espressione del cibo Made in Italy, con un numero pressoché incalcolabile di preparazioni entrate a far parte dei ricettari tradizionali di ogni regione senza contare che non esiste ristorante italiano al mondo dove non ci sia nel menu’ una proposta classica o innovativa, più o meno corposa, di questo piatto principe.

Osannata da medici e nutrizionisti cme caposaldo della dieta mediterranea, la pasta genera a livello nazionale e globale un fatturato di tutto rispetto per la gioia dei pastifici artigianali che hanno potuto mettersi in mostra a “Pasta Excellence”, un evento organizzato a Roma il 3 e 4 ottobre.

“Abbiamo voluto fortemente questo evento – ha sottolineato l’ideatore Pietro Ciccotti – soprattutto in considerazione del difficile momento storico che stiamo attraversando a causa della pandemia. Siamo convinti che a Roma non possa mancare un appuntamento dedicato ad un alimento che è alla base della cultura gastronomica italiana. La formula è stata quella che sino ad ora ci ha caratterizzati e premiati: una piazza d’affari per professionisti del settore aperta al pubblico, espositori attentamente selezionati, una folta rappresentanza dei migliori chef italiani protagonisti di cooking class e cooking show, e una tavola rotonda sulle tematiche della pasta per un confronto tra esperti”.


A turno trenta celebri chef della capitale hanno dato vita a “cooking show” in tre aule diverse, opportunamente sanificate dopo ogni esibizione e rispettivamente dedicate ai “Primi della tradizione”, “Cinefood” e “Formati di pasta”.

Sono palesemente i ricordi e la memoria a rendere la pasta un alimento speciale, per il fatto di essere da sempre presente nelle nostre vite, come hanno testimoniato alcuni dei protagonisti di Pasta Excellence 2020.

“La festa, i profumi, i ricordi, le tovaglie stese, i territori, i contadini, l’aia, la coltura e la cultura. Tutto questo per me è la pasta”, sintetizza Mauro Secondi del Pastificio Secondi.

“Mia madre mi raccontava con amore che quando ero in carrozzina e mi portavano al ristorante, nel tragitto tra cucina e sala mio padre e i camerieri mi davano da mangiare la pasta prepara- ta per clienti ed io ero felice. La pasta rappresenta l’amore delle persone che erano lì con me”, ricorda Arcangelo Dandini del ristorante l’Arcangelo.


La pasta – chiosa Davide Del Duca di Osteria Fernanda – è un alimento versatile, soprattutto quella secca per me rappresenta l’italianità e non può mancare nel menu di uno chef creativo”.


“La pasta è nel nostro Dna, e questa forte identificazione la trasmettiamo anche all’estero. È stato il profumo della pasta preparata da mia madre che mi ha portato ad amare questo lavoro”, afferma Giuseppe Di Iorio di Aroma Restaurant, una stella Michelin.

“Da qualche tempo – commenta lo chef Gigi Nastri – mi ritrovo spesso negli Stati Uniti, dove la pasta è l’essenza dell’italianità. Il problema è che c’è ancora una cultura molto arretrata su questo prodotto e spesso si trovano ricette che da noi non esistono come la chicken parmigiana. Gli eventi sulla pasta sono fondamentali per far capire il lavoro che c’è dietro e per trasmettere il vero significato che questo alimento ha per noi”.

A inaugurare i fornelli di Pasta Excellence 2020 e’ stato Pierluigi Gallo di Giulia Restaurant che si e’ esibito in una cooking class sul tema “I primi della tradizione” e per l’occasione ha realizzato una sua versione degli Spaghetti alla Nerano, piatto tipico della penisola sorrentina rivisitato però in chiave creativa e sorprendente.

«La pasta alla Nerano è un primo piatto tipico della tradizione gastronomica partenopea, saporito e gustoso. Per la mia cooking class proporrò ai partecipanti una versione facile e sfiziosa grazie all’aggiunta di una fonduta di provolone del Monaco e a una crema di zucchine fritte. Ulteriore spinta al piatto sarà data dalla cottura della pasta in un brodo a base di cipolla, aglio, aceto balsamico, zucchine fritte e il siero di conservazione della mozzarella affumicata fresca», ha messo in risalto lo chef.

L’evento era in calendario per i primi dello scorso marzo ma era stato rinviato a causa del coronavirus che ai primi di ottobre non ha messo invece il bastone tra le ruote..

La Redazione